Il Vietnam flagellato dalle piogge, centinaia i morti
Prima le piogge tropicali, poi il tifone Molave. Il Vietnam, che è riuscito a tenersi relativamente al sicuro dal Covid grazie a una efficace azione di tracciamento della popolazione, niente ha potuto fare contro i più violenti fenomeni naturali.
Per settimane allagamenti e smottamenti provocati da piogge torrenziali hanno causato almeno 132 morti e colpito cinque milioni di persone nelle regioni centrali del Vietnam, sommergendo almeno 250mila abitazioni. Secondo la presidente della Croce Rossa vietnamita, Nguyen Thi Xuan Thu, gli allagamenti sono “catastrofici, tra i peggiori visti negli ultimi decenni”. La responsabile dell’organizzazione ha parlato di un “gigantesco colpo per la sussistenza di milioni di persone già colpite dalle difficoltà causate dalla pandemia del Covid-19”. Il disastro, causato da settimane di piogge monsoniche più intense degli altri anni nel sud-est asiatico.
Ma la situazione può diventare ancora più catasfrofica con l’arrivo del tifone Molave, che giovedì scorso si è abbattuto sul paese. Il suo passaggio ha lasciato centinaia di migliaia di persone senza casa, senza acqua potabile, servizi igienici, cibo e mezzi di sussistenza. La Ifrc, la federazione internazionale delle società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello di emergenza per 3,9 milioni di franchi svizzeri per finanziare i soccorsi destinati a 158.525 persone. Nguyen Thi Xuan Thu, ha spiegato che l’organizzazione sta supportando il governo con un’evacuazione di massa di 1,3 milioni di persone che si trovano sul percorso del tifone. “Il popolo del Vietnam – ha detto – è duro, ma questa è una delle peggiori distruzioni mai viste in molte aree. Le incessanti tempeste e inondazioni stanno causando un devastante bilancio umano, distruggendo ulteriormente i mezzi di sussistenza e isolando milioni di persone. Stiamo organizzando una delle nostre più grandi operazioni di soccorso mai realizzate, per fornire soccorsi importanti, inclusi cibo, coperte, teloni e attrezzature da cucina”.
La gravità della situazione si aggrava di ora in ora. Secondo l’Unicef, le inondazioni stanno esponendo più di 1,5 milioni di bambini a rischio di malattie, scarsa nutrizione e ritardi nello sviluppo. Almeno 135.000 famiglie hanno subito le conseguenze dirette dei livelli dell’acqua alluvionale, in certe comunità arrivata fino a 2 metri, e oltre mezzo milione di persone non può accedere a fonti di acqua protette.
In molte zone, le scuole sono state danneggiate e rimarranno temporaneamente chiuse. Come risultato, circa 1,2 milioni di studenti ora non frequentano la scuola e l’apprendimento è interrotto.
L’Unicef sta monitorando attentamente i rischi sanitari, compresa l’individuazione di soluzioni per rispondere alle sfide attuali - come la diffusione di malattie, mancanza di alimenti nutritivi per le donne e i bambini, visite mediche e cure per donne in stato di gravidanza o servizi per continuare le vaccinazioni di routine.