Alla prova del cumulo
Il cumulo gratuito dei contributi è forse la grande novità della manovra 2017. Pensata soprattutto per i professionisti, la norma consente di unire i versamenti effettuati in casse diverse, senza oneri aggiuntivi per il lavoratore, al fine di giungere ai requisiti previsti dalla legge per l’accesso alla pensione ordinaria o anticipata. Una disposizione senza dubbio attesa per coloro che hanno avuto una carriera professionale discontinua. Ma che rischia, nei fatti, di restare una novità soltanto sulla carta.
A fronte di una platea di 430 mila professionisti interessati, alla fine di ottobre erano giunte alle casse meno di mille richieste di adesione: considerando che il Governo aveva stimato un potenziale di 48 mila domande annue, la strada da percorrere resta ancora lunga. Alla base del ritardo ci sarebbe soprattutto la scarsa chiarezza delle norme. I numerosi incontri fra casse, Adepp e Inps non sono riusciti a fugare i dubbi della normativa: perequazione e integrazione al minimo restano punti oscuri. In coda restano l’adozione delle delibere di recepimento e le convenzioni che l’Inps dovrà stipulare con le singole casse: solo allora potranno partire i pagamenti.
A prescindere dalla lentezza burocratica, resta poi il nodo della tenuta di bilanci: la cassa Forense, tanto per citare un caso, ha sottolineato l’entità del possibile impatto economico di una totale adesione alla novità. A patto, chiaramente, che la novità non resti soltanto sulla carta.