Pmi, ripartono margini e fatturato
Le piccole e medie imprese in Italia sono cresciute di numero e fatturato complessivo nel 2016. L’aumento si è consolidato dopo una prima inversione di tendenza del 2015: l’anno passato è stato positivo per questo importante settore dell’economia italiana. Le piccole e medie imprese ora sembrano più solide, anche grazie a un aumento considerevole degli investimenti. Ma il merito, stando a quello che riporta il Rapporto Cerved Pmi 2017, è soprattutto della crescita registrata dalle microimprese. Se nel 2015 si era verificata una prima inversione di tendenza, nel 2016 si è osservato un ulteriore incremento: sono oltre 5000 le nuove imprese attive, per un totale di 145 mila unità.
Le piccole e medie imprese italiane hanno sfruttato positivamente le dinamiche di ripresa in atto nel Paese e nel mondo, facendo registrare risultati migliori rispetto alle grandi. Bene quindi la crescita di fatturato (+2,3%), del valore aggiunto (+4,1) e dei margini lordi (+4,1%). Sul fronte degli investimenti emerge una decisa accelerazione, del 7,8%, rispetto alle immobilizzazioni materiali, con andamenti positivi in tutti i settori. Crescono anche i debiti finanziari (+1,1%) e i debiti commerciali (+1,2%), mentre, parallelamente, si è rafforzato il capitale con un aumento del patrimonio netto di circa il 5%.
Le Pmi italiane saranno particolarmente resilienti nei prossimi anni: secondo le stime di Cerved, nel triennio 2017-19 il tasso di sofferenze atteso sarà dell’1,7% in termini di quantità e del 2,2% in termini di valore espresso. Nonostante questi numeri siano ancora leggermente peggiori rispetto a quelli del 2008, la redditività delle Pmi sta tornando ai livelli pre-crisi. L’aspetto più positivo, tuttavia, è che la ripresa ha basi finanziarie e reddituali molto solide: occorrerà aumentare però la produttività delle imprese e accelerare il ritmo di crescita, ancora troppo lento rispetto a quello degli altri principali Paesi europei.