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Le eccellenze italiane nei settori pharma, biotech e medtech

Quello che viene chiamato l'ecosistema delle scienze biologiche è in grande salute: la pandemia ha accelerato la crescita delle aziende italiane in questi comparti, che rappresentano avamposti d'innovazione e crescita, attirano finanziamenti e guidano la ricerca anche a livello europeo

L’ecosistema italiano delle scienze biologiche (life sciences) sta vivendo un periodo di grande crescita e ha dimostrato, durante la pandemia, di essere attraente, competitivo e resiliente. Lo dimostra un recente studio di The European House – Ambrosetti, che ha monitorato l’evoluzione di queste discipline, attraverso la sua Life sciences community, fondata nel 2015. 

Pharma, biotech e medtech sono le tre componenti principali dell’ecosistema, e nell’attività di analisi The European House – Ambrosetti considera i principali indicatori di ciascuno, come il numero di aziende e la loro dimensione, il valore della produzione, gli investimenti in ricerca e sviluppo, l’andamento dell’occupazione. 

Il Covid-19 invece di aver rallentato lo sviluppo dell’ecosistema l’ha incentivato a essere ancora più dinamico e ha spinto con più forza i trend di crescita e innovazione. Le aziende life sciences sono state impegnate nella lotta al Covid-19, con crescite significative nel corso del 2020 sotto diversi aspetti. 

Crescita, occupazione e ricerca 

Il numero delle imprese, ad esempio, è cresciuto del 4% (5.606 imprese censite); l'occupazione è aumentata e il numero dei dipendenti (192.780) è cresciuto del'11%, con un incremento particolarmente consistente nel settore dei dispositivi medici (+19,5%); il settore farmaceutico ha registrato un nuovo record di valore della produzione pari a 34,3 miliardi di euro; mentre l'export è aumentato del 2% e sfiora i 40 miliardi in totale. 

Accanto ai dati dell'industria, l'Italia si distingue per l'elevata qualità della propria ricerca scientifica. La ricerca italiana si conferma la più produttiva a livello mondiale, sia in termini di pubblicazioni sia in termini di citazioni: l'Italia è il primo Paese al mondo con 72,8 pubblicazioni ogni 100 ricercatori, negli ultimi 23 anni (1996-2019), seguita da Canada (56,2) e Regno Unito (55,4). Nello stesso periodo il numero di citazioni per 100 ricercatori è stato di 1.594, cifra che piazza l'Italia al primo posto, seguita da Regno Unito (1574) e Canada (1527). 

Il successo del sistema degli Irccs 

“La ricerca italiana è stata fondamentale per affrontare la pandemia”, affermano gli analisti di The European House – Ambrosetti: nel 2020 l’Italia si è classificata al primo posto nell’Unione Europea per pubblicazioni legate al Covid-19 e al quarto nel mondo. In questo contesto, indubbiamente di alto livello, i 52 Irccs, gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, sono risultate istituzioni chiave per l’ecosistema italiano. 

Il titolo Irccs, ricordiamolo, è concesso dal ministero della Salute a un numero limitato di istituti impegnati a essere un punto di riferimento per l’intero sistema sanitario pubblico. Sono enti ospedalieri che gestiscono, all’interno delle proprie strutture, sia attività cliniche sia di ricerca di alto livello, con un continuo scambio di conoscenze scientifiche tra attività di laboratorio e attività diagnostico terapeutiche. In Italia 22 sono pubblici e 30 privati; la maggior parte degli Irccs nazionali ha sede in Lombardia (19, pari al 36,5% del totale.

L’Italia campionessa di brevetti 

La vitalità della ricerca italiana si è tradotta in un’intensa attività di produzione di brevetti: nel 2020 ne sono stati depositati 2.042, per un aumento del 45% rispetto al 2019. La crescita dei brevetti depositati mostra come la ricerca e l’industria si siano impegnate a trovare soluzioni efficaci nella lotta contro la pandemia, in particolare in tre sottosettori: dispositivi salvavita, soluzioni di disinfezione o sterilizzazione, preparati medici. 

Anche il numero di trasferimenti di tecnologia sta crescendo a livello dell’Unione Europea. Considerando i Paesi di riferimento dal 2016 al 2020, l’Italia ha avuto il più alto tasso di brevetti concessi su quelli depositati presso l’Ufficio europeo dei brevetti (Epo): 69%, corrispondente a 1.749 brevetti concessi su 2.535 domande. La Germania è seconda, con il 63,9%, ma con un numero di brevetti in valore assoluto significativamente più elevato (8.332 concessi su 13.039 depositati), seguita da Francia (47,8% con 3.695 concessi su 7.733 depositati) e Spagna (39,2% con 737 concessi oltre 1.881 depositati). 

Il piano d’investimenti 

Infine, la competitività e l’attrattività dell’ecosistema delle scienze biologiche rispetto agli altri settori industriali del Paese sono confermate dal numero di investimenti di venture capital e private equity in imprese ad alto contenuto tecnologico: nel 2020 il settore è stato il principale obiettivo d’investimento obiettivo, con 68 operazioni, che rappresentano il 37,6% del totale. Anche questi investimenti mostrano un trend di crescita consolidato negli ultimi anni: dal 2017, le life sciences sono stabilmente il comparto leader per numero d’investimenti in aziende ad alta tecnologia, con una crescita del +143%.