La nuova terza età
Non chiamiamola terza età: i tempi del meritato riposo sembrano ormai tramontati. E gli anni della pensione diventano una nuova opportunità per riscoprire passioni e interessi perduti della giovinezza. I tempi cambiano, e così il profilo degli over 65 a cui eravamo tradizionalmente abituati.
L’identikit della nuova terza età è stato tracciato da Davide Squarzoni, senior partner di Prometeia, nel corso del workshop Silver economy: l’invecchiamento come risorsa, promosso lo scorso 17 ottobre a Roma da Itinerari Previdenziali e Assoprevidenza. La prima evidenza è numerica: gli over 65 in Italia stanno aumentando. Secondo i dati diffusi da Squarzoni, il segmento della terza età è cresciuto del 2,2% negli ultimi dieci anni, attestandosi a quota 13,4 milioni di persone: numeri che fanno dell’Italia il Paese più longevo di Europa, il secondo dopo il Giappone a livello mondiale. Un primato che sembra destinato a durare ancora a lungo, visto e considerato che, secondo le stime, nel 2050 la quota di over 65 sulla popolazione nazionale passerà dall’attuale 22,3% al 34,1%.
Se l’Italia si conferma un Paese per vecchi, a cambiare sono peculiarità e caratteristica di chi supera la soglia della terza età: non più voci di bilancio che alimentano una spesa sociale improduttiva, ma cittadini attivi e, in determinati casi, più facoltosi della media nazionale, che contribuiscono al tessuto produttivo del nostro Paese e costituiscono la prima rete di welfare per la popolazione nazionale. Il reddito medio degli over 65 si attesta a 20,3 mila euro annuali, superiore dell’11% rispetto al totale della popolazione, e mostra una tenuta migliore nel corso del tempo. Cresce anche la ricchezza netta, con il 32% degli over 65 che possono vantare un patrimonio superiore ai 250 mila euro. Diffusissima la casa di proprietà, che si afferma come uno dei beni principali per il 76% degli anziani.
Insomma, la disponibilità economica c’è. E viene sempre più utilizzata per sostenere economicamente i familiari: circa il 30% degli over 65% ammette di contribuire a sostenere le spese dei congiunti. Il resto del reddito, com’è naturale, viene utilizzato principalmente per le spese legate ad alimentazione, utenze e salute. Crescono, tuttavia, gli impieghi in attività culturali e ricreative: il 14% delle persone con età compresa fra 65 e 74 anni dichiara di svolgere una qualche attività sportiva, un altro 20,9% afferma di recarsi regolarmente al cinema. Cresce anche la quota di chi decide di dedicare il proprio tempo ad attività di volontariato, con una quota di partecipazione che si attesta al 9,5% fra 65enni e 74enni.
Ancora lontano, infine, l’approccio alle nuove tecnologie. Ma qualcosa sembra muoversi all’orizzonte: nella fascia di età compresa fra 65 e 74 anni, la quota di chi utilizza Internet è infatti passata dal 12% del 2010 all’attuale 29%.