I cambiamenti climatici spingono i prezzi degli alimenti
La neve, finalmente. Coldiretti accoglie le abbondanti precipitazioni nevose di queste settimane come una vera manna dal cielo. Il 2017 sarà ricordato dagli agricoltori come l’anno della più grave siccità dal 1800 con effetti che l’associazione che rappresenta gli agricoltori italiani definisce drammatici, con rischi anche per gli usi civili e industriali. Il primo impatto visibile per tutti i cittadini è nel carrello della spesa. Nel 2017 frutta, verdura e l’insieme degli alimentari non lavorati nel loro complesso hanno segnato prezzi più alti del 3,6% rispetto al 2016. Un incremento pari al triplo dell’indice generale dell’inflazione (+1,2%). Coldiretti sottolinea che le quotazioni dell’ortofrutta hanno fatto registrare nel mese di dicembre 2017 prezzi della frutta superiori del 5,3% rispetto al 2016 mentre
per i vegetali l’aumento è stato del 3%. I prodotti alimentari e bevande analcoliche nel complesso segnano un rincaro annuo dell’1,9%.
Nel 2018 a rischio vino, miele e olio di oliva
Interi raccolti distrutti dall’alternarsi di siccità e con violenti temporali e grandinate. Il totale dei danni per Coldiretti ammonta a 2 miliardi di euro. Ad aggravare la situazione ci sono le speculazioni dovute ai rincari anomali a causa delle distorsioni lungo la filiera dei prodotti, dal campo alla tavola. Nel nuovo anno, si prevede un crollo della raccolta di miele negli alveari di circa il 50%, la produzione di vino e olio di oliva saranno inferiori rispettivamente del 25% e dell’11% rispetto alla media dell’ultimo decennio. Oltre all’impatto sui prezzi, la minore produzione nazionale espone i nostri prodotti alla
concorrenza sleale dei prodotti di importazione, spacciati per made in Italy. Per difendersi dalle frodi, Coldiretti ricorda ai consumatori di porre particolare attenzione alle etichette con l’origine dei prodotti e consiglia gli acquisti diretti dagli agricoltori, soprattutto per prodotti facilmente conservabili in casa come olio, vino e miele.