2018, un’opportunità per l’eccellenza alimentare italiana
Dopo la grande esperienza di Expo Milano, l’agroalimentare nazionale torna ad essere protagonista. Dopo il successo del 2016 Anno nazionale dei cammini e del 2017 Anno nazionale dei borghi, il 2018 sarà l'Anno del cibo italiano. Un'occasione importante per valorizzare e mettere a sistema le tante e straordinarie eccellenze e fare un grande investimento per l'immagine del nostro Paese nel mondo.
In un momento in cui riacquistare o confermare la leadership in quei settori in cui l’Italia ha sempre prodotto eccellenze è fondamentale, il sistema della qualità alimentare Made in Italy (Dop/Igp) si rivela essere un punto strategico da affrontare a livello istituzionale e di comunicazione.
In occasione dell’apertura dell’anno nazionale del cibo italiano nel mondo, Coldiretti e la Fondazione Symbola rivelano che dal tessuto territoriale dei centri sotto i 5mila abitanti dipende gran parte della leadership italiana in Europa a livello alimentare. Il Made in Italy di questo solo segmento sviluppa un fatturato annuo al consumo di quasi 14 miliardi, dei quali circa 4 miliardi realizzati sul mercato estero.
L’importanza del territorio di origine
L'Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall'Unione europea. Si tratta di 294 prodotti Dop, Igp,Stg e di 523 vini Docg, Doc e Igt.
Ma non solo. La legge n. 158/17 per il rilancio e la valorizzazione delle realtà locali sotto i cinquemila abitanti prevede infatti che vengano destinate specifiche aree per l’avvio di mercati agricoli con la vendita diretta delle tipicità del territorio. In tutto il 2018 saranno i farmers’ market e lo street food contadino ad attrarre il turismo nei piccoli Comuni a dimostrazione della grande qualità delle nostre produzioni, ma soprattutto del forte legame che lega le eccellenze agroalimentari italiane con il territorio di origine.
I piccoli borghi organizzeranno spazi per mercati agricoli e vendite dirette, mentre resta confermata l’opportunità di trasformare, cucinare e vendere il cibo come vero e proprio “street food agricolo”.
Le legge prevede inoltre che negli appalti pubblici per le forniture alimentari alle mense l’offerta di prodotti agricoli del territorio sarà uno dei parametri preferenziali di scelta.
A conferma della centralità dell’impresa agricola per il rilancio e lo sviluppo del tessuto territoriale dei piccoli Comuni, la legge prevede che, per le attività dei centri multifunzionali, le amministrazioni interessate possano stipulare convenzioni e contratti di appalto con gli imprenditori agricoli e sono previste anche procedure più snelle per l’affidamento degli incarichi.
Il sistema delle Indicazioni Geografiche dell'Ue favorisce il sistema produttivo e l'economia del territorio; tutela l'ambiente, perché il legame indissolubile con il territorio di origine esige la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità; sostiene la coesione sociale dell'intera comunità. Allo stesso tempo, grazie alla certificazione comunitaria si danno maggiori garanzie ai consumatori con un livello di tracciabilità e di sicurezza alimentare più elevato rispetto ad altri prodotti.
Provvedimenti per una maggiore trasparenza
Le novità per il comparto alimentare Made in Italy non sono finite. Quest’anno, a febbraio, entrerà in vigore l’etichettatura d’origine per la pasta. Sempre a febbraio scatterà l’etichettatura d’origine per il riso, di cui ricordiamo l’Italia è il principale produttore in Europa. E sempre quest’anno si attende l’etichettatura d’origine di tutti i derivati del pomodoro, dalle passate alle polpe a tutti i derivati. Si tratta di provvedimenti sostenuti dalla Coldiretti per garantire maggiore trasparenza in una situazione in cui un pacco di pasta su tre è prodotto con grano straniero, e dopo che nel 2017 decine di milioni di chili di concentrato di pomodoro cinese sono arrivati in Italia senza indicazione in etichetta.