droni-e-sicurezza-un-tema-caldo

Droni e sicurezza, un tema caldo

Garantire la sicurezza con i droni, ma anche dai droni sono due facce della stessa medaglia. Assicurare che i droni si integrino in perfetta sicurezza nello spazio aereo a fianco di altri utenti, o in sinergia con essi, è fondamentale. Ecco perché.

Dal controllo in occasione di raduni o eventi che richiamano grandi numeri di persone, alla sorveglianza dei flussi migratori, così come nelle operazioni di soccorso, i droni stanno portando un grosso contributo alle attività di presidio e controllo del territorio, di investigazione e anche di intelligence.

Se ormai siamo abituati a notizie che annunciano l’utilizzo di droni per operazioni di sorvolo delle città per vegliare sulla sicurezza degli abitanti in occasioni di particolari manifestazioni (ultimo il caso della cittadina ligure Sanremo che ha confermato l’impiego di droni tra le misure antiterrorismo messe a punto in occasione del prossimo Festival) ecco che si affacciano come contraltare le notizie che annunciano misure restrittive per l’utilizzo di droni in corrispondenza di particolari zone e obiettivi sensibili, o notizie di incidenti in volo che vedono coinvolti droni.

Garantire la sicurezza di tutti
La Commissione in Europa per la Ricerca sullo Spazio Aereo Unico Europeo, rivela che nel 2016 sono stati segnalati più di 1200 problemi di sicurezza, incluse le mancate collisioni tra droni ed aeromobili, un fatto che sottolinea come sia necessario stabilire un quadro normativo europeo moderno, flessibile ma soprattutto comune.
Riuscire a inibire il sorvolo da parte di droni di spazi aerei sensibili definendo una mappa di No Fly Zone attive o a distinguere tra droni amici e droni sospetti o nemici, è quindi fondamentale per intervenire tempestivamente prima che sia troppo tardi. Mai come in questo settore deve venire in aiuto la tecnologia.
La Commissione Europea ha attivato un programma di finanziamenti per lo studio e implementazione di sistemi di geo-fancing (che impediscano automaticamente ai droni di volare nelle zone regolamentate o proibite), gestione del traffico automatizzato per i droni operanti a bassa altezza (sotto i 152 metri), l'identificazione automatica dei droni e comunicazione drone-to-drone.

Droni e sicurezza. Le attività di Enac in Italia
In Italia sono circa 2500 le aziende attive nel settore dei droni. Di queste, quasi 2mila svolgono operazioni non critiche per la sicurezza e 400 quelle che svolgono operazioni in situazioni critiche. Lo rivela l’Enac (Ente nazionale per l’Aviazione Civile) che negli ultimi anni si sta occupando di monitorare e regolamentare la convivenza tra tutti gli attori che si muovono nei nostri cieli (compresi i droni) e il territorio.

Abbiamo chiesto all’ingegner Riccardo Delise, program management APR - Direzione Regolazione Navigabilità Enac, come garantisce questa sicurezza l’Italia.

Per quanto la sicurezza dobbiamo evidenziare che questo termine ha due significati: safety che riguarda la sicurezza come prevenzione di inconvenienti e incidenti, e security che si riferisce alla prevenzione degli atti illeciti.
Per quanto riguarda la prima accezione, e sempre con riferimento ai mezzi a pilotaggio remoto (droni ndr), l’Enac ha emanato una normativa che disciplina le operazioni professionali e non professionali e include i vari aspetti legati alla sicurezza delle operazioni stesse. In estrema sintesi definisce i criteri secondo i quali tali operazioni possono essere condotte gestendo i tre segmenti principali: il primo, la gestione delle operazioni e la navigabilità del drone; il secondo, i titoli con i quali i piloti sono abilitati al pilotaggio; il terzo relativo all’utilizzo dello spazio aereo per prevenire collisioni con gli aeromobili tradizionali.
Per quanto riguarda la security, sicurezza da atti illeciti, il regolamento impone la registrazione e l’identificazione degli operatori, con aspetti relativi alla privacy. In caso di violazioni l’erogazione di eventuali sanzioni è tema di competenza delle Forze dell’Ordine.


Quali sono le regole?
Abbiamo prima di tutto il Regolamento Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, quindi le Circolari dell’Enac, tra cui quella sulle Organizzazioni di addestramento, e le Linee Guida.

E quelle europee?

Ad oggi è stabilito che le norme per i droni di peso non superiore ai 150 Kg siano demandate agli Stati membri. È comunque in corso un iter che porterà a breve all’emanazione di regole europee. L’applicazione di questa normativa è prevista per gli anni 2020/2021. La bozza delle norme è attualmente in fase di riesame presso l’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea (EASA) per l’emissione di una “Opinion” da presentare alla Commissione Europea, tenendo anche conto dei commenti pervenuti dalle autorità per l’aviazione civile degli Stati membri.

La normativa italiana è più o meno restrittiva di quella europea?
Rispetto all’ultima bozza disponibile, la normativa italiana è in gran parte armonizzata con quella europea. Rispetto alla bozza, che comunque ancora deve essere soggetta ad “Opinion” EASA, la principale differenza è nell’approccio al rilascio degli attestati ai piloti, dove per la maggioranza delle situazioni non viene richiesto un particolare esame pratico di abilità al pilotaggio, bensì un corredo di cultura aeronautica teorica.

Cosa cambierà in futuro?
Uno degli sviluppi più importanti in linea con la normativa italiana e con quella europea è l’introduzione a bordo di tutti i droni di un dispositivo obbligatorio che consenta l’identificazione, in tempo reale, degli APR nel momento stesso in cui volano. Questo rappresenta un ulteriore passo per la prevenzione di comportamenti e situazioni pericolose sia per gli aspetti di safety, sia di security.
La normativa Enac consentirà anche voli oltre la linea di vista del pilota utili, ad esempio, sia per il monitoraggio di infrastrutture di trasporto (ferrovie, strade, gasdotti, elettrodotti ecc.), sia di ampie aree per il controllo ambientale.