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L’Italia e la capacità di generare futuro

Si è svolta recentemente a Milano a Palazzo Mezzanotte una giornata di discussione sul tema dello sviluppo nel nostro Paese, organizzata da L’Economia. Personaggi dell’imprenditoria italiana, manager, esperti di economia e del mondo accademico hanno provato a dare una risposta

“Esiste un’Italia che genera futuro?”. È la domanda che si sono posti esperti di economia, manager, imprenditori ed esponenti del mondo accademico durante l’evento organizzato a Palazzo Mezzanotte da L’Economia. Durante l’evento è stata presentata alla comunità finanziaria italiana e ai migliori esponenti del sistema imprenditoriale del Paese la ricerca Champions 2018 che ha selezionato le migliori 500 piccole e medie imprese italiane mostrando un’Italia di cui si parla troppo poco, quella delle nuove eccellenze imprenditoriali.

Le aziende che hanno voglia di crescere
Le Pmi rappresentano oggi più che mai il tessuto economico produttivo dell’Italia. Trovare occasioni di contatto dove "fare impresa", dove competenze e capitali si incontrano, si confrontano e sviluppano progettualità e occasioni di matching di successo sono le esigenze delle nuove imprese, quelle che funzionano e che hanno l’ambizione di crescere.
Raffaele Jerusalmi, ceo di Borsa Italiana è positivo sul futuro: “Il 2017 – ha detto - è stato l’anno della ripresa. Mi aspetto di proseguire sulla scia del record di 30 quotazioni del 2017. Il 2018 non può che essere un anno altrettanto interessante. Dall’inizio dell’anno abbiamo visto già 5 debutti e l’obiettivo è di arrivare a cinquanta”.

Borsa Italiana negli ultimi anni ha cercato di accelerare l’aiuto e lo sforzo nei confronti delle Pmi, considerate “motore dell’Europa, le uniche in grado di generare posti di lavoro”.

Elite, una piattaforma per le realtà ambiziose
“Due anni fa abbiamo lanciato il progetto Elite per aiutare le Pmi a crescere, a trovare investitori e ad andare in Borsa - ha spiegato Jarusalmi - e siamo molto soddisfatti dei numeri che stiamo generando”.
Elite è una piattaforma di servizi dedicati alle società ambiziose che possono confrontarsi con i migliori modelli e best practices internazionali e venire a contatto con una comunità d’eccellenza per poter sfruttare tutte le occasioni di business matching disponibili.
“Oggi contiamo oltre 700 imprese provenienti da 28 paesi. Ma il numero di cui siamo più fieri sono le oltre 400 aziende italiane che stanno utilizzando questa piattaforma, segno che c’è materiale e voglia di crescere”, ha evidenziato il Ceo di Borsa Italiana.

La ricetta vincente

Dello stesso parere Vittorio Colao amministratore delegato di Vodafone, che pensa che in Italia ci sia tutto ciò che serva alle Pmi per diventare aziende di successo, basta saperlo sfruttare e farlo fruttare: “Oggi – ha detto Colao - abbiamo tutta la tecnologia a disposizione per poter essere aziende 4.0. Banda larga e fibra per abbattere le distanze. Cloud computing per connettere oggetti e macchine tra loro. Intelligenza artificiale, per le alte capacità di calcolo. Robot per ridurre drasticamente i costi rendere efficiente il lavoro delle imprese”.
La tecnologia è ormai alla portata di tutti ed è fondamentale saperla impiegare nel modo giusto. Perché, come ha sottolineato Vittorio Colao: “Oggi le economie di scala stanno crollando. Sono le grandi aziende a dover temere l’assalto delle Pmi, e non viceversa”.

Saper scegliere e investire sulle risorse umane
Autenticity ed Etica sono, secondo il manager di Vodafone, “le chiavi di volta della comunicazione verso il pubblico, quelle da cui le aziende non possono più prescindere. Come non possono prescindere dal valorizzare le risorse umane, attraendo le competenze migliori e offrendo veri percorsi di crescita all’interno dei team”. La formazione parte dalla scuola, ma deve continuare in azienda, in modo serio e sistematico.
Ma chi gestisce tutto, finanza, tecnologia, strategia, internazionalizzazione, risorse umane? Il rettore dell’università Bocconi, Gianmario Verona, ha fatto l’identikit del “nuovo» manager”: capitano d’industria e innovatore, sempre più ibridato con la figura dell’imprenditore, e che ne imita la “capacità di entrare in simbiosi coi valori aziendali”.
I manager del nuovo millennio devono perdere i tratti della figura del gestore-esecutore, attento soprattutto all’efficienza e ai costi. Devono assumere sempre più spesso quelli dell’innovatore. Perché solo così i risultati arrivano. Solo così le aziende italiane saranno veramente in grado di generare futuro.