Micro e medie, la fotografia delle imprese italiane
Piccolo è bello. Le imprese italiane sono per lo più micro e hanno meno in media meno di quattro addetti. È la fotografia scattata dall’Istat, che ha divulgato i dati sulle imprese italiane. Nel 2015 (anno a cui fa riferimento la mappatura) le imprese attive nell’industria e nei servizi di mercato sono 4,2 milioni, occupano 15,7 milioni di addetti, di cui 10,9 milioni dipendenti ed hanno una dimensione media di 3,7 addetti. Il 5,1% delle imprese risulta organizzato in strutture di gruppo e occupa circa un terzo degli addetti. Sono 214.711 le imprese organizzate in gruppi, occupano 5,3 milioni di addetti, di cui 5,2 milioni dipendenti, con una dimensione media di 24,8 addetti. Per il secondo anno consecutivo cresce il valore aggiunto nell’industria e nei servizi di mercato (+4%), in accelerazione rispetto al +1,5% del 2014 grazie alla maggiore crescita del fatturato (+1,2%) rispetto ai costi intermedi (+0,6%), evidenzia il rapporto, sottolineando che anche gli investimenti sono in espansione ma l’incremento è più contenuto (+2,7% dopo il +7,3% nel 2014 sul 2013).
Il settore dei servizi, con il 78,2% di imprese e due terzi degli addetti totali, registra una crescita del valore aggiunto lievemente superiore alla media (+4,6%). Nell’industria in senso stretto il valore aggiunto cresce meno (+3,5%) del valore medio nazionale, mentre il margine operativo lordo fa registrare un aumento superiore alla media (+6,4%), spiega il rapporto Istat, aggiungendo che gli investimenti crescono del 12% nelle imprese con 20 e più addetti e solo dell’1,2% in quelle con 10-19 addetti, sono invece in marcata flessione nelle imprese con meno di 10 addetti (-18,7%).
Sul fronte della produttività nominale del lavoro si registra una crescita del 3,3%, pari in media a oltre 45mila euro. Le imprese appartenenti a gruppi risultano più produttive di quelle indipendenti (quasi 75mila euro). E i differenziali di produttività fra le imprese del Nord e del Centro e quelle del Sud sono ancora consistenti in tutti i settori di attività economica. Nella graduatoria regionale la produttività nominale del lavoro è più alta nella provincia di Bolzano e in Lombardia, con Calabria e Molise fanalino di coda. La crescita più sostenuta si registra in Basilicata e Umbria, mentre si evidenziano cali in Valle d’Aosta e Sardegna.