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Se il clima uccide il made in Italy

Coldiretti lancia l’allarme: la produzione e la raccolta degli ingredienti base della dieta mediterranea, come grano, pomodoro e olio (ma anche il miele) stanno soffrendo le temperature alte e gli eventi estremi. Con conseguenze su produttori e consumatori

Ci sarà meno pasta, meno pomodoro, meno olio sulle nostre tavole: o meglio, questi prodotti costeranno di più perché i raccolti di questi ingredienti, alla base della dieta mediterranea, saranno più poveri. La colpa è del clima, sia delle alte temperature registrate in Europa quest’anno (come, del resto, da molti anni) sia degli eventi estremi che colpiscono sempre più di frequente anche l’Italia. Tempeste simil-tropicali, bombe d’acqua che provocano alluvioni e dissesto del territorio, con ettari di campi allagati. Ed ecco allora che, secondo una nuova analisi di Coldiretti, la raccolta di grano in Italia, rispetto all’anno scorso, subirà un taglio del 10%, del 9% quella dei pomodori destinati a pelati, polpe, passate, concentrato e sughi pronti, mentre per l’olio di oliva si prevede una "produzione contenuta". Molto male il miele, che meriterebbe un capitolo a parte, per cui si stima un dimezzamento della disponibilità "rispetto alla media degli ultimi anni". Insomma un impatto significativo su imprese agricole e consumatori, proprio ora, sottolinea l’associazione, che "si registra uno storico ritorno dei prodotti base della dieta mediterranea nel carrello".

LA DIETA DELLA PASTA AL POMODORO 

Il grano è stato funestato soprattutto dal maltempo, in parte inatteso: piogge insistenti nelle fasi di preraccolta hanno portato a una diminuzione generale di circa il 10%, con la qualità tuttavia preservata "grazie a un buon contenuto proteico", secondo la Coldiretti. Ma in calo è anche tutto il raccolto in Europa, dove la siccità e il caldo hanno bruciato la produzione di grano tenero per pane e biscotti (-10%) e di grano duro destinato alla pasta (-4%). Guardando oltre, a livello internazionale la produzione è già in sofferenza in Russia, Ucraina, Stati Uniti, Canada, Australia e Turchia. 

La sorte del pomodoro per pelati, polpe, passate, concentrato e sughi pronti non è migliore. È in atto in Italia una riduzione stimata di almeno il 9% rispetto allo scorso anno. "Le aspettative in Italia – specifica Coldiretti – sono per un raccolto attorno a 4,75 milioni di tonnellate, con i primi dati che evidenziano una buona qualità in termini di contenuto zuccherino ma rese all’ettaro sotto le medie degli ultimi anni". Il nostro Paese è il principale produttore dell’Unione Europea, dove le previsioni parlano di un calo complessivo del 14%, con riduzioni superiori al 20% in Spagna e Portogallo. A livello mondiale, le cose vanno meglio (-6,6%), nonostante il -40% della produzione cinese, in parte compensato dal +14% di quella californiana.

OLIVE CADUTE E API STRESSATE 

Le olive italiane quest’anno se la sono vista brutta: la raccolta deve ancora iniziare, premette Coldiretti, ma i segnali non sono confortanti. Un mix di eventi climatici rischia di affossare la produzione e tagliare i ricavi delle imprese: i nubifragi hanno fatto cadere le olive a terra, il gelo invernale ha spaccato la corteccia degli alberi, bruciato le gemme e spogliato delle foglie di milioni di piante, con danni difficilmente quantificabili. Lo scorso anno la produzione di olio di oliva era già scesa attorno ai 320 milioni di chili, in calo dell’11% rispetto alla media produttiva dell’ultimo decennio. 

Ultimo bene in sofferenza è il miele. Coldiretti prevede un crollo secco del 50% rispetto alla media degli ultimi anni, per "l’effetto del clima pazzo che ha stressato le api e compromesso le fioriture". Dalla Sicilia all’Abruzzo, dalla Liguria alle Marche fino alla Sardegna e alla Lombardia, il calo è generalizzato, con punte anche dell’80% in meno rispetto alla media per alcune tipologie di miele. 

Coldiretti denuncia contemporaneamente anche gli effetti collaterali del calo della produzione italiana, uno su tutti la correlazione con la diffusione del falso made in Italy. "La novità di quest’anno – conclude Coldiretti – è però l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare la provenienza in etichetta dell’origine della materia prima per prodotti simbolo del made in Italy, dalla pasta ai derivati del pomodoro, che consente ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli, con il sostegno alle realtà produttive nazionali".