Credito bancario, per le imprese nessuna emergenza
Banche e imprenditoria, un rapporto complesso e spesso conflittuale. È largamente diffusa la convinzione che gli istituti di credito abbiano chiuso i rubinetti del credito, creando enormi difficoltà agli imprenditori. Una conclusione affrettata che, secondo l’Associazione bancaria italiana, deriva dall’esclusiva osservazione dell’andamento del volume del credito nel tempo. Una corretta analisi deve invece tenere conto della dinamica dell’economia, dell’evoluzione demografica ciclica del settore industriale e della cessione dei crediti deteriorati (Npl). È quanto ha fatto l’Abi nel numero di agosto della collana di ricerche Temi di economia e finanza.
Il tessuto economico è cambiato
Il ruolo dei crediti deteriorati
Imprese più solide
Lo studio focalizza l’attenzione anche sulle condizioni finanziarie e di redditività delle imprese, che appaiono “significativamente migliorate” dall’inizio della crisi a oggi. L’andamento di redditività, investimenti, indebitamente in percentuale del valore aggiunto conferma che, a partire dal 2013, le imprese europee hanno aumentato gli sforzi di investimento, che associato a un livello della redditività ai massimi, comporta una riduzione di finanziamenti esterni. Quanto all’Italia, nei primi sei mesi del 2017, le imprese si trovavano in una posizione di accreditamento netto, sui valori massimi dal 1999; la redditività è tornata al punto di pareggio, dopo 11 anni consecutivi di perdite. Tuttavia, rispetto al quadro europeo, gli investimenti delle imprese italiane persistono su valori negativi per due punti percentuali del valore aggiunto.