L’esclusione finanziaria divide il Paese
“L’esclusione finanziaria è divenuta una cartina di tornasole trasversale di ogni fenomeno di esclusione, perché in un mondo dominato dalla finanza, è proprio la finanza la chiave d’accesso alle opportunità: a molte se non a tutte”. Questo parere è stato espresso dal direttore generale di Banca Etica, Alessandro Messina, a corredo della presentazione della ricerca realizzata dall’istituto sull’esclusione finanziaria in Italia.
Lo studio, per il secondo anno consecutivo, ha misurato l’esclusione finanziaria con un proprio indice, composto dall’indicatore, detto di presidio bancario, che considera la presenza di filiali, Atm (bancomat), Pos, le percentuali di utilizzo di internet e del mobile banking in un determinato territorio, e l’offerta creditizia.
TRA MILANO E VIBO VALENTIA
In media, l’Italia ha un indice di esclusione finanziaria del 48%. Si va dallo 0% di Milano città al 77,6% della provincia di Vibo Valentia. Anche in questo caso, nel confronto nord-sud, è quest’ultimo a perderci: Valle D’Aosta e Lombardia sono le regioni più inclusive, con il 27% e 30%; mentre Calabria, Basilicata, Campania e Sicilia registrano i livelli più alti di esclusione, rispettivamente con il 73% la prima e il 68% le altre tre.
Nonostante questi numeri, la ricerca ha evidenziato che il divario territoriale presenta un trend in diminuzione nel periodo 2012-2017 pari al -1,4%, anche considerando il peggioramento tra 2015 e 2016. Questo miglioramento è dovuto alla crescita dell’indice di presidio bancario del 2,9%, giacché le tante chiusure di filiali e sportelli sono state controbilanciate da una maggiore diffusione dei servizi bancari da web e smartphone, che hanno anche compensato la flessione dell’1,4% dell’offerta creditizia.
L’incremento del presidio bancario, anche tramite il web, ha interessato tutte le aree territoriali, a eccezione del nord est, dove ha pesato la crisi delle banche venete. Quell’area (ma anche il centro Italia) è stata anche caratterizzata da una sensibile riduzione dell’offerta creditizia.
IL RISCHIO DI CREDIT CRUNCH
In generale, fa notare Banca Etica, c’è una forte correlazione tra esclusione finanziaria e livelli d’istruzione: è grande la disparità di informazioni e di capacità di analisi tra i pochi che padroneggiano, almeno in parte, il linguaggio e le tecniche della finanza e i più che ne sono esclusi. La ricerca ha anche evidenziato come sia ormai consolidata la contrazione del credito: ciò aumenta i rischi di un sistema bancario che va verso crescenti concentrazioni ed è spinto alla continua riduzione dei costi d’infrastruttura.
“L’esclusione finanziaria – chiosa Messina – è un fenomeno misurabile che merita di essere una priorità nell’agenda politica ed economica del Paese, perché la possibilità di utilizzare servizi finanziari è uno strumento molto efficace d’inclusione delle persone più fragili e di sviluppo delle comunità”.