Gli italiani tornano a godersi la vita
Un popolo di risparmiatori, ma con più voglia di abbandonarsi ai piaceri della vita. Cala di due punti percentuali il livello degli italiani propensi al risparmio: sono l’86% (nel 2016 erano l’88%), ma cambia la composizione di questo dato. Secondo l’indagine Acri-Ipsos presentata in occasione della Giornata mondiale del risparmio, le persone che non vivono tranquille senza mettere soldi da parte sono in costante calo: nel 2014, infatti, erano il 46%, nel 2015 il 42%, oggi sono il 37% come nel 2016. Prevalgono coloro che ritengono sia bene fare dei risparmi senza troppe rinunce: ora sono il 49%, -2 punti percentuali rispetto al 2016, a testimonianza di un affievolirsi dell’ansia di non riuscire a mettere via nulla a vantaggio della tendenza a risparmiare fisiologicamente nel corso della vita quotidiana.
Torna ai livelli pre-crisi la percentuale di coloro che preferiscono godersi la vita senza pensare a risparmiare: sono il 12%, in aumento rispetto al 2016 (11%) e al 2015 (9%). Un residuale 2% non prende posizione. Peraltro, dopo quattro anni consecutivi di crescita, diminuisce di 3 punti percentuali la quota di italiani che affermano di essere riusciti a risparmiare negli ultimi dodici mesi: passano dal 40% del 2016 al 37% attuale, e aumentano di sette punti percentuali coloro che consumano tutto il reddito (il 41 contro il 34% nel 2016). Al contempo diminuiscono le famiglie in saldo negativo di risparmio: dal 25% del 2016 al 21% attuale, perché diminuiscono coloro che intaccano il risparmio accumulato (dal 19% dello scorso anno al 16% attuale); diminuisce lievemente anche chi ricorre a prestiti (sono il 5% contro il 6% del 2016).
Meno risparmio per favorire la ricerca
In prospettiva futura, sembra che gli italiani siano disposti mettere sul tavolo i propri risparmi per investire in iniziative di alto livello culturale e scientifico. Il 38% sarebbe disposto a usare almeno una parte dei propri risparmi per investire in iniziative sociali, umanitarie, culturali, ambientali, scientifiche o per sviluppare piccole attività economiche (il 23% sarebbe attratto ma non si fiderebbe, il 35% non sarebbe per niente attratto, il 4% non sa cosa pensare). In particolare si vorrebbe sostenere la ricerca scientifica (39%), iniziative sociali e umanitarie (35%), lo sviluppo di imprese del territorio (24%), il recupero ambientale del territorio (20%). Tuttavia il 56% afferma che nessun soggetto lo rassicurerebbe a tal punto da dare una parte dei propri risparmi per iniziative sociali, umanitarie, culturali, scientifiche o per sviluppare piccole attività economiche. Resta inoltre alto il numero di lavoratori preoccupato per il domani dopo la pensione: sono il 71%. Questo conferma che la propensione degli italiani resterà ancora a lungo fortemente risparmiatrice.