Imprese, in Italia durano 12 anni
A fine 2018, quasi sei imprese su dieci risultavano fondate prima del 2009. Un’azienda che supera i dieci anni di attività in Italia è considerata abbastanza longeva. Questo mucchio di compagnie over-10 concentra il 70,2% dei lavoratori del settore privato. Poco più del 18% delle imprese oggi esistenti è nato invece tra il 2009 e il 2013 e raccoglie il 14,3% degli addetti. Circa una impresa su quattro è stata costituita negli ultimi cinque anni e ha una quota di addetti pari al 15,4%. Questi sono alcuni dei dati presentati da Unioncamere, sulla base del Registro delle imprese, nel corso dell’Assemblea dei presidenti delle Camere di commercio italiane, svoltasi a Roma. In Italia, leggendo i dati della ricerca, le imprese hanno una vita media di 12 anni e, come accennato, sono quelle meno giovani a garantire la fetta più importante dell’occupazione. Andando a guardare le zone del Paese, emerge che la vita delle imprese è mediamente più lunga nel Nord Est, dato che supera i 13 anni di attività; segue il Nord Ovest, a più di 12 anni e il Centro. Chiude il Mezzogiorno a poco più di 11 anni. Dato curioso riguarda le più resilienti: le aziende marchigiane tagliano il traguardo dei 15 anni, seguite da quelle del Trentino Alto Adige (14,6 anni) e del Friuli Venezia Giulia (13,9 anni). In Calabria, invece, la media è di 11,4 anni, mentre chiudono la classifica le imprese di Lazio e Campania, con una media di 11 anni di vita.
AGRICOLTURA, ISOLA FELICE
Anche il settore produttivo cui appartiene un’azienda influenza la sua longevità. Per esempio, in agricoltura la media è più alta e raggiunge i 16 anni. Segue a ruota l’industria manifatturiera, con 15,7 anni di media, quella delle costruzioni (12,5 anni) e il comparto dei servizi (11,8), la cui media è trascinata giù dalle attività turistiche che solitamente non superano i 9,2 anni di vita. Guardando alle forme giuridiche, l’analisi mostra che l’impresa individuale ha una vita media più bassa delle altre, a 11,4 anni: un dato che, confrontato con la media delle società di persone (17 anni), rende l’idea della rischiosità di una forma di impresa che si basa sulle fortune di una singola persona. Nella media dei valori descritti prima, ci sono le società di capitali (12,4%) e quelle catalogabili in altre forme giuridiche.
FIDUCIA A PICCO
“Il lavoro lo crea l’impresa, per questo va supportata – ha spiegato il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli, durante l’incontro. Occorrono investimenti e vanno rimossi gli ostacoli che frenano lo sviluppo e a volte impediscono persino la sopravvivenza delle imprese stesse. Investimenti e stimoli allo sviluppo sono cose che le imprese chiedono continuamente, soprattutto oggi che si acutizza il clima di sfiducia. Ad aprile, secondo i dati appena pubblicati dall’Istat, la fiducia delle imprese continua a scendere, passando da 99,1 a 98,7. In particolare, per la manifattura tocca il minimo da febbraio 2015. Anche per quanto riguarda il dato che concerne i consumatori, l’indice passa da 111,2 a 110,5: un calo che segna il livello più basso dal luglio 2017.