Calma piatta per i trasporti
Non sorride il settore dei trasporti in Italia, con una crescita ridotta degli spostamenti passeggeri e la sostanziale stagnazione del trasferimento merci, indice di uno sviluppo economico ai minimi. L’Osservatorio congiunturale dei trasporti di Confcommercio ha fornito un preconsuntivo per il 2019 delle tendenze sulle modalità di utilizzo dei sistemi di trasporto. In base all’Indicatore Trasporti Confcommercio (ITC) si nota una diversa interazione tra modalità nei flussi di movimento delle persone, mentre per quanto riguarda le merci rimane fortissima la prevalenza degli sposamenti su gomma.
I dati forniti dall’ufficio studi di Confcommercio, in collaborazione con Conftrasporto, affermano che la mobilità dei passeggeri in Italia è in continua crescita, grazie soprattutto al turismo, anche se con percentuali leggermente inferiori rispetto agli ultimi anni: nel 2019 si è registrato un +2,5% contro una media del 3,4% nel triennio 2016-2018. In base alla valutazione dei tassi di variazione delle diverse modalità negli ultimi quattro anni, l’Osservatorio conferma la diversione modale passeggeri verso trasferimenti su ferrovia e nave. Nel 2019 infatti il trasporto su strada non ha segnato nessuna variazione in termini percentuali sul 2018 (a sua volta stabile sul 2017), mentre indica una crescita del 4,8% del trasporto ferroviario (+4,4% anche nel 2018), del 19% del trasporto marittimo (+15,5% nel 2018, in netta ripresa dal -5,4% del 2017); segna un +4% anche il trasporto aereo sebbene in un contesto dell’ultimo triennio che mostra una crescita con valori percentuali sempre inferiori.
Lo specchio di una crisi economica
Sul lato del trasporto merci si manifesta un parallelismo tra ciclo economico e andamento della mobilità, confermato da una crescita complessiva nel 2019 del trasporto merci pari solo a 0,5%: sul dato va considerata anche l’incidenza della crescita del commercio mondiale e della conseguente movimentazione di beni materiali che transitano nel nostro paese anche se non vi sono prodotti. L’Osservatorio anzi, attribuisce a questa seppure modesta crescita globale la positività del dato, che avrebbe probabilmente caratteristiche negative se fosse basato solo sul trasporto di beni materiali prodotti in Italia. Nel dettaglio della mobilità merci nel 2019, a fronte del +2,2% della strada rispetto al 2018, risultano in calo sull’anno precedente la ferrovia (-4,3%), le vie marittime (-1,2%) e l’aereo (-3,6%).
Inoltre, a differenza del trasporto passeggeri, le merci non fanno percepire negli ultimi quattro anni una diversificazione modale dei trasferimenti: lo spostamento su strada non mostra mai variazioni negative, neppure in un contesto di economia stagnante. Ancor di più, il sistema di strade e autostrade si mostra come l’unico al momento in grado di dare risposta alle esigenze di capillarità e tempistiche del sistema distributivo italiano. L’autotrasporto è infatti l’unico settore nel trasferimento di beni materiali che tiene, mentre le altre modalità sembrano non prendere piede nonostante gli incentivi. Tradotto in numero di veicoli, il trasporto su autostrada è passato dai 19,1 milioni di autocarri del 2017 ai 20 milioni del 2019, le tonnellate di merci su ferrovia sono passate dai 21,7 milioni del 2017 ai 20,5 dello scorso anno.
Aumenta la concentrazione delle imprese
Il contesto nel complesso depressivo del trasporto merci si traduce in una progressiva ristrutturazione del settore. Gli ultimi tre anni hanno visto una costante decrescita del numero complessivo di imprese di autotrasporto merci, passate da 82mila nel 2017 a 79mila a fine 2019. Nell’insieme è però cresciuta la quota di società di capitali – passate da 17mila nel 2017 a 19mila lo scorso anno, il 24% del totale – meglio organizzate per cogliere le opportunità dell'integrazione modale e quindi in grado di competere sui mercati nazionali e internazionali. Dinamiche simili si riscontrano, con riferimento al medio periodo, anche per la logistica e l’autotrasporto in generale.