La pandemia ha cambiato il settore immobiliare
Comprare e vendere casa durante la pandemia? Il periodo peggiore per chi vuole fare affari con il mattone sta finendo: da marzo le cose dovrebbero migliorare, almeno secondo una ricerca promossa da Sarpi Immobiliare, Asta Advisor e dalle associazioni di categoria Anama e Fiabci. Il 2020, con una discesa dei prezzi pari al 2% e un rallentamento delle operazioni, si è chiuso con un calo a 510 mila compravendite (-19,5%): molto male primo e secondo trimestre, condizionati dal lockdown, meglio invece il terzo e il quarto. Si tratta però di un andamento frastagliato, con una curva che si muoverà in questo modo per tutto l’anno in corso, secondo gli addetti ai lavori: picchi positivi e negativi si alterneranno per tutto il 2021, anche se da marzo-aprile le cose saranno migliori. Secondo il sentiment degli esperti, il valore degli immobili è comunque destinato a scendere, anche se non di molto: la maggior parte prevede una discesa contenuta, sotto il 10%, e solo pochi addetti ai lavori (circa il 7%) prevedono un calo intorno al 20%. Milano si conferma un’isola felice per l’immobiliare, giacché il calo dei valori sarà trascurabile, e tuttavia si attenuerà quella capacità attrattiva tipica della città che in questi anni aveva fatto lievitare i prezzi.
Ancora qualche mese di attesa
Sul piano nazionale, secondo la ricerca, dovremo attenderci rallentamenti del mercato ancora per uno-due anni. Solo i più pessimisti (circa il 5%) tra gli intervistati pensano che la crisi potrà pesare ancora tre anni. Circa il 70% è convinto che a soffrire sarà soprattutto il mercato degli immobili di basso e medio valore, perché, a causa delle difficoltà economiche e del clima di incertezza, i proprietari dei quelle case saranno spinti a vendere più velocemente del previsto, magari accettando condizioni meno favorevoli. Proprio per la tipologia di questa crisi, caratterizzata da picchi e discese repentine, chi vuole progettare un acquisto al fine d’investimento dovrebbe attendere ancora qualche mese per sfruttare al meglio la fase di stagnazione dei prezzi e poi rivendere alla prima occasione di rialzo. A differenza della crisi finanziaria del 2008, lunga e profonda e che per certi versi non è ancora stata del tutto assorbita, almeno in Italia, la crisi del Covid potrebbe risolversi più velocemente, con un’uscita repentina dalla fase recessiva.
Città più comode e vivibili
Ci sono anche altri fattori da considerare, non solo quelli strettamente economici. Per esempio, fa notare lo studio, molte persone stanno cambiando le proprie abitudini a seguito del lockdown e all’uso sempre più estensivo dello smart working. Tali riflessioni stanno portando queste persone a riconsiderare i propri spazi abitativi e il proprio modo di vivere: il risultato è che ci sarà probabilmente più richiesta di appartamenti grandi e non necessariamente in centro, anzi, magari in zone più isolate e tranquille. Potrà anche esserci un aumento della ricerca di seconde case, adatte per trasferirvisi, con la bella stagione, e poter lavorare da remoto. Queste saranno nuove tendenze certamente interessanti ma marginali: il campo di battaglia della ripresa del mercato immobiliare restano le città. Occorrerà un ripensamento globale di nuovi spazi, dove coniugare in qualche chilometro quadrato soluzioni residenziali, lavorative e hospitality: quartieri non più dispersivi ma confortevole, sostenibili e verdi. La parola d’ordine sarà riqualificazione degli spazi e non edificazione di nuove cattedrali di vetro e cemento.