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Scappo dalla città, grazie al Covid-19

Lockdown, distanziamento sociale e soprattutto lo smart working stanno portando molte persone a lasciare i centri urbani in cerca di case più grandi, con ampi giardini, magari vicino al mare. È la Zoom economy a svuotare Milano, Roma, Parigi e Londra. Ma quanto durerà?

Cucina a vista o separata? Doppi servizi o doppio salone? Vicino alla fermata della metropolitana o con il box incluso? Una volta erano queste le scelte più comuni da prendere in considerazione quando si cercava un appartamento. Oggi, a più di un anno e mezzo dall’inizio della pandemia di Covid-19, le esigenze sono diverse: c’è il desiderio di avere un giardino, si cerca una location rurale o semi-rurale oppure vicino al mare. Insomma, sembra che sia in atto una sorta di fuga dalla città, un fenomeno forse transitorio, ma che sta guidando i trend di chi può permettersi di fare l’investimento della vita. 

Si tratta di una tendenza che coinvolge ormai tutto il mondo e che trova le sue origini nella vita che ci siamo abituati a fare: una quotidianità fatta soprattutto di stanzialità, di rifugio dentro le quattro mura, di smart working e purtroppo, di lockdown forzati e quarantene. Ecco allora l’esigenza di avere una casa più grande, magari in campagna o sulla costa, o immersa nel verde, lontana da tutto (e da tutti): una casa a prova di distanziamento sociale, sì, ma almeno comoda e magari sostenibile.

Tutti vogliono la campagna (o almeno il giardino)

Nel rapporto 2021 sul mercato immobiliare, redatto da Nomisma, e citato da un approfondimento di Axa Investment managers, si segnala un maggior interesse del 93,7% degli italiani per immobili più grandi, fuori dal Comune principale (64% del campione) e con alti livelli di risparmio energetico (70,5%). Secondo Scenari immobiliari, la variazione delle compravendite tra 2019 e 2020 testimonierebbe una scelta chiara: prendendo il campione di Milano e Roma, gli immobili acquistati in provincia di Milano sono balzati del 7,6%, mentre quelli in città sono calati del 15,4%; mentre a Roma città il crollo è stato del 20,8% contro un +13% degli acquisti in provincia. 

 Anche guardando agli affitti, il trend, in misura molto minore, appare evidente. L’ufficio studi di Tecnocasa segnala un calo dei canoni nelle grandi città, -0,9% per bilocali e trilocali, in particolare a Milano, Bologna e Roma, mentre nei capoluoghi di provincia i prezzi aumentano sia per i bilocali (+0,3%) sia per i trilocali (+0,7%). 

In Gran Bretagna, i numeri sono ancora più rilevatori. Secondo l’immobiliare online Rightmove, in un paesino nell’Hampshire vicino a Southampton, le vendite sono aumentate dell’78% nei primi otto mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, così come a Bearsted, nel Kent (+63%), e a Shenfield, nell’Essex (+58%). Le persone si sono convinte che la nuova normalità lavorativa non sarà fatta di pendolarismo ma di smart working dal giardino di casa.

Anziani e millennial vanno via 

“Il punto – commentano gli analisti di Axa IM – è capire se si tratta di un fenomeno transitorio o se il trend è destinato a continuare anche quando gran parte della popolazione tornerà in città per lavoro. Sembra delinearsi uno scenario in cui, per molte aziende, prevarrà la flessibilità”. Una recente indagine di Meilleurs Agents conferma che nelle grandi città francesi i prezzi sono in discesa, da Parigi, calata del 2,5% in sei mesi (impensabile fino a due anni fa) a Tolosa (-2,2%), da Lione (-1,9%) a Bordeaux (-1,1%). 

Ma la domanda resta, la deurbanizzazione sarà un trend di lungo periodo? L’invecchiamento demografico, che spinge i pensionati fuori dalle aree urbane (meno in Italia, in realtà), e la diffusione dello smart working, qui per restare, potrebbe portare anche i giovani e le famiglie millennial ad abbracciare la cosiddetta Zoom economy e lasciare definitivamente le città spesse costosissime e inquinate.