Derris, un progetto europeo per la valutazione del rischio
Ampie zone del nostro paese, con crescente frequenza, sono sempre più colpite da eventi naturali catastrofici. Fenomeni raramente osservati in precedenza, come abbiamo visto con le terribili alluvioni che lo scorso maggio hanno devastato l’Emilia Romagna. E dal momento che il cambiamento climatico è un dato di fatto, è quanto mai necessario, soprattutto per chi fa impresa, raggiungere una più profonda consapevolezza su questi rischi e mettere in atto le azioni necessarie sia a ridurre la propria esposizione a possibili eventi estremi, sia a riprendere il prima possibile la propria attività in caso di calamità. Va in questa direzione il progetto europeo Derris, nato proprio per accrescere la resilienza al cambiamento climatico delle piccole e medie imprese, mettendo loro a disposizione uno strumento semplice e gratuito per la valutazione, la prevenzione e la gestione dei rischi legati agli eventi catastrofali. Lanciato nel 2017 e co-finanziato dal bando europeo Life, il progetto è frutto della collaborazione tra il gruppo Unipol (insieme alla capogruppo UnipolSai), il Comune di Torino, il consorzio universitario Cineas, l’Anci, e il Coordinamento Agende 21. Nel dettaglio, il progetto si basa su uno strumento di autovalutazione del rischio climatico (Cram tool): partendo dalla georeferenziazione dell’azienda, lo strumento analizza l’esposizione dell’impresa a sette fenomeni meteoclimatici, cioè alluvione, pioggia, vento, grandine, fulmini, temperatura, frane. Il tool aiuta a effettuare un’autovalutazione dei rischi e a elaborare un piano di azione, presentando i possibili interventi per prevenire e gestire le potenziali minacce.
Costruire una collaborazione tra pubblico e privato
Come spiega a Società e Rischio Marisa Parmigiani, head of sustainability and stakeholder management del gruppo Unipol, il progetto Derris rappresenta un primo concreto passo verso la collaborazione tra istituzioni pubbliche e assicuratori nella gestione del rischio calamità naturali. “È evidente che un’azienda di piccole o medie dimensioni non può essere in grado di far fronte, da sola, a eventi dai risvolti molto complessi, come ad esempio quello delle alluvioni. Ecco perché – osserva Parmigiani – il partenariato pubblico-privato è fondamentale”.
L’iniziativa ha trovato la collaborazione con un crescente numero di entità territoriali pubbliche. Partita dalla città di Torino, la sperimentazione è stata man mano estesa ad altri 14 enti locali: Alghero, Almese, Avigliana, Bassiano, Bologna, Genova, Milano, Molfetta, Padova, Pescara, Rovereto, Udine, Varese e l’unione dei comuni del Circondario Empolese Valdelsa. Negli enti locali coinvolti, le imprese hanno avuto la possibilità di usufruire di ore di formazione e di un supporto tecnico (attraverso lo svolgimento di sopralluoghi in azienda) per redigere i loro piani di azione per l’adattamento ai cambiamenti climatici attraverso la compilazione del Cram tool. Al momento, le imprese che hanno usufruito di questo strumento sono circa 9.000.
Derris si avvale di una library di azioni potenziali da attuare per accrescere l’adattamento ai diversi fenomeni metereologici.
Parmigiani descrive il progetto come “un’operazione di trasferimento del sapere”, dal sistema assicurativo al tessuto imprenditoriale, in cui le misure di prevenzione e di riduzione dell’impatto, fa notare, “possono prevedere anche procedure all’apparenza molto banali, ma spesso non prese in considerazione dalle piccole aziende. Penso, ad esempio, alla pulizia delle grondaie, una misura dal costo irrisorio ma che è emersa come fattore non presidiato dalle imprese”.
Un adattamento “partecipato”
Nel caso della città pilota di Torino, racconta Parmigiani, “abbiamo anche fatto un percorso inverso: con le imprese siamo andati a supportare il Comune nel mettere a punto un piano di adattamento che fosse partecipato, in cui le imprese potessero esprimere le proprie esigenze affinché il piano fosse il più possibile efficace ed efficiente per il sistema produttivo”.
Il progetto è aperto a ulteriori evoluzioni: “ora stiamo valutando un possibile impiego del tool di Derris anche per le Olimpiadi di Milano-Cortina, proseguendo nella logica di integrazione tra pubblico e privato. Per il pubblico – aggiunge – questo è uno strumento prezioso per rendere i territori più resilienti in un paese in cui la fragilità idrografica è particolarmente significativa”. L’utilità di questo strumento è resa ancor più significativa alla luce della scarsa consapevolezza delle Pmi italiane nei confronti di questi rischi. “Finché le imprese non li vivono in prima persona, anche senza subire danni, spesso prevale un meccanismo psicologico scaramantico in base al quale certe cose succedono sempre agli altri, mai a te”, sottolinea Parmigiani. E anche quando questa consapevolezza inizia a emergere, “non registriamo da parte delle aziende uno sforzo strutturato per tradurre in azioni concrete la necessità di proteggersi attraverso un piano di business continuity e di disaster recovery. È per questo che molte delle attività che facciamo con le associazioni delle imprese riguardano la cultura del rischio. Il progetto Derris – conclude Parmigiani – va ad agire in questo senso proprio perché prevede percorsi formativi e una library guidata attraverso cui l’impresa può costruire il proprio piano di adattamento”.
Il tool per costruire il proprio piano di adattamento è gratuito ed aperto a tutti, utilizzabile all’indirizzo https://cram.derris.eu/welcome