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L’agricoltura 4.0 in Italia

Le tecnologie innovative portano vantaggi anche nel settore più tradizionale: secondo il Politecnico di Milano, l’“agricoltura digitale” in Italia vale già 100 milioni di euro

Dai sensori nei campi o sui trattori ai droni in campo, dalla logistica controllata allo smart packaging con etichette intelligenti: sono oltre 300 le applicazioni di smart agrifood già diffuse in Italia tra produzione, trasformazione, distribuzione e consumo. Soluzioni che migliorano la competitività del settore agroalimentare italiano, garantendo più qualità ai prodotti e ottimizzazione delle filiere, e che valgono oggi 100 milioni di euro. Una cifra che rappresenta il 2,5% del mercato globale. Tuttavia, come emerge da una ricerca del Politecnico di Milano, il potenziale da sviluppare è ancora enorme: meno dell’1% della superficie coltivabile italiana è gestito con soluzioni innovative. 


Cosa si può fare con l’agricoltura 4.0

Le tecnologie dell'agricoltura di precisione (che sfrutta Internet of things e big data) e quelle dell'agricoltura interconnessa (il cosiddetto Internet of farming), attraverso l’analisi incrociata di fattori ambientali, climatici e colturali, consentono di stabilire il fabbisogno irriguo e nutritivo delle coltivazioni, prevenire patologie, identificare infestanti prima che proliferino, compiere interventi mirati, risparmiare di tempo e risorse, incidere sulla qualità dei prodotti, oltre a migliorare la resa delle coltivazioni e le condizioni di lavoro. Il digitale interviene in maniera sostanziale anche nella tracciabilità alimentare, riducendo i costi, aumentando i ricavi e rendendo più efficienti i processi: il 36% delle aziende agroalimentari analizzate dalla ricerca ha riscontrato una riduzione dei tempi e dei costi legati ai processi di raccolta, gestione e trasmissione dei dati. Benefici a cui si aggiungono i vantaggi della disponibilità di dati e informazioni e la possibilità di trasferire valore lungo la filiera.


Cosa ostacola l’innovazione in Italia

Nel settore primario l’innovazione incontra diversi ostacoli. Innanzitutto una barriera culturale, una limitata consapevolezza dei benefici, ma anche una certa immaturità da parte degli attori dell’offerta, che solo oggi si stanno strutturando per offrire soluzioni effettivamente in linea con i fabbisogni delle aziende, abituate a intrattenere relazioni con pochi e consolidati fornitori. C'è poi la ridotta dimensione media delle realtà agricole, che spesso hanno difficoltà a investire e apprezzare i benefici delle tecnologie di precisione. Per diffonderle servirà un maggiore impegno nella sensibilizzazione e formazione di tutte le parti coinvolte.