Un nuovo ruolo per la previdenza complementare?
Meno rendita, più sostegno. Così Vincenzo Galasso, consigliere economico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, vede il futuro della previdenza complementare. Intervenuto in chiusura del convegno di presentazione del rapporto Investitori istituzionali: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2016, pubblicato dal Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali, Galasso ha preso spunto dalla novità normativa della Rita per tracciare quella che, a suo parere, sarà la nuova funzione della previdenza complementare. “La Rita – ha commentato – si muove nell’ottica di accompagnare il cittadino negli ultimi anni di lavoro, dandogli la possibilità di ricevere parte della sua rendita complementare anche prima dell’inizio della pensione”. E così, secondo Galasso, dovrà lavorare la previdenza integrativa negli ultimi anni: non solo rendita, ma anche sostegno al lavoratore in tutte le fasi della sua vita. E, in particolare, nella transizione dal mondo del lavoro alla pensione, quasi come se fosse un’assicurazione contro l’allontanarsi dell’età pensionabile.
Una scelta, spiega Galasso, dettata anche da certe tendenze che stanno di fatto snaturando il ruolo della pensione complementare. “Solo poche persone – osserva Galasso – convertono in rendita i contributi versati, la maggior parte preferisce riceverli prima sotto forma di capitale”. E, prosegue, “con l’innalzamento della soglia anagrafica per la pensione, si avrà la possibilità di costruirsi un montante pubblico contributivo che potrà magari essere, da solo, sufficiente a garantire una pensione dignitosa al lavoratore”.
La suddivisione delle funzioni, a detta di Galasso, potrà incentivare l’adesione a forme di previdenza complementare. A patto, tuttavia, che le soluzioni si rivelino sempre più “market-oriented, finalizzate a soddisfare le vere esigenze della clientela”.