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Banchi dei pegni e Compro oro: le frontiere della nuova povertà

Allarme sull’indebitamento che affligge individui e famiglie in Italia: la denuncia nel dossier “Cortocircuito”

“Cortocircuito. Come la spirale del debito impoverisce il tessuto sociale”, è questo il titolo del dossier -presentato da Filippo Torrigiani, consulente del Cnca (Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienza) e della Commissione parlamentare antimafia, e don Armando Zappolini, esponente del Cnca e della campagna contro i rischi del gioco d’azzardo “Mettiamoci in gioco”.
Cortocircuito denuncia “un aumento consistente della povertà e della disuguaglianza e una difficoltà di accesso al credito offerto dal sistema bancario, che finisce per favorire altri circuiti di reperimento di denaro, in particolare i Banchi dei pegni, i Compro oro e l’usura”. Il dossier sottolinea l’enorme volume di affari generato da questi circuiti e la loro capillare presenza sul territorio.
Disuguaglianza sociale e sovraindebitamento
"Ci sono sempre più persone che per sopravvivere vendono o impegnano i beni di famiglia, si indebitano all’eccesso e qualcuno finisce nelle mani degli usurai", mentre anche in Italia "si registra una propensione all’aumento della concentrazione della ricchezza” rilevano gli autori del Dossier.
"Nel 2018, il 20% più ricco tra i nostri connazionali possedeva circa il 72% dell’intera ricchezza nazionale, il cui valore complessivo si attestava attorno a 8.760 miliardi di euro. E ancora: in termini patrimoniali, il top-10% della popolazione italiana possiede oggi oltre sette volte la ricchezza della metà più povera della popolazione", spiegano gli osservatori illustrando i dati più aggiornati”.
In particolare, il numero dei pignoramenti eseguiti dall’autorità giudiziaria nel solo 2017: 47.694 in Lombardia, 23.957 in Sicilia, oltre 19mila in Piemonte e Veneto. Nel giro di poco più di un quinquennio ¬¬- dal 2012 al 2017 – oltre 1 milione di cittadini italiani sono risultati oggetto di requisizione di beni a loro intestati. Il documento evidenzia inoltre ¬- tra le situazioni che portano a una condizione di sovraindebitamento – la dipendenza da gioco d’azzardo.

Finanziamenti a breve termine
Nel nostro paese sono in media tra le 270.000 e le 300.000 le persone delle più diverse estrazioni sociali che, ogni anno, ricorrono ai Banchi dei Pegni, un sistema che muove un volume d’affari annuo di circa 800 milioni di euro. I Banchi dei pegni, già Monti di pietà, nascono nel Quattrocento ad opera soprattutto di ordini religiosi per aiutare gli indigenti. Forniscono un finanziamento a breve termine a fronte della consegna di determinati beni mobili di valore quali oro, argento, mobilia antica di pregio, opere d’arte, pellicce, diamanti, ecc. Colpisce il fatto che questi esercizi risultano oggi di proprietà di circa una quarantina di banche tra le quali Unicredit, Gruppo Monte dei Paschi di Siena, Intesa Sanpaolo, Carige, Banco BPM.

La diffusione del commercio di oro e gioielli
I Compro oro, attività oggetto di numerose inchieste per riciclaggio, hanno segnato un exploit attorno al 2010. Da quell’anno, anche a causa della crisi, molti italiani hanno fatto ricorso ai Compro oro per vendere i propri gioielli così da arrivare più agevolmente a fine mese. Ciò si è tradotto in una notevole crescita delle aperture di attività di Compro oro: nel 2018 le licenze per il commercio di preziosi – esercitato anche dalle gioiellerie – ¬erano, in Italia, 24.877; nel 2019 le licenze in corso di validità hanno raggiunto quota 29.511. Nel 2019 il maggior numero di licenze era stato rilasciato in Campania (5.098), seguita dal Veneto (4.387). Nel 2019 erano presenti nella penisola oltre 6.000 sportelli con una ripartizione geografica che vede al primo posto della classifica la Lombardia con oltre 1.000 negozi, seguita dal Lazio e dal Piemonte che ne annoverano oltre 500.

Usura e mercato del credito illegale
Per quanto riguarda l’usura, il dossier ricorda due dati: secondo l’Eurispes, almeno un italiano su dieci (11,9%) è caduto nelle maglie degli usurai, non potendo accedere al credito bancario (era il 7,8% nel 2018 e il 10,1% nel 2019); a quanto si apprende da SOS Impresa, a fine 2017 il mercato del credito illegale ha raggiunto in Italia un giro d’affari di circa 24 miliardi di euro, coinvolgendo all’incirca 200mila imprenditori e professionisti. Il dossier evidenzia che, nonostante vi sia una legge che tuteli le vittime dell’usura, le denunce trasmesse alle autorità competenti hanno subito una sistematica contrazione: si è passati dalle 1.436 denunce presentate nel 1996, alle 408 del 2016, non certamente a causa della decrescita del fenomeno.

Tutte le contraddizioni del sistema bancario

Il dossier rimarca anche le contraddizioni che riguardano il sistema bancario, che concede prestiti in modo del tutto insufficiente rispetto ai bisogni di singoli, famiglie e imprese, che controlla ¬i Banchi dei pegni ¬e, contemporaneamente, investe in modo massiccio in due settori altamente problematici dal punto di vista morale e politico: il commercio delle armi e il mercato dei combustibili fossili.
Il “mercato bellico” rappresenta un business con numeri da capogiro: 41 miliardi di euro di esportazioni di sistemi militari nel periodo 2018-2019. Dalla Relazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 2019 risultano transazioni bancarie attinenti ad operazioni di export di armamenti per un valore complessivo di 3.833.849.671 euro di “importi segnalati” e di 5.612.452.670 per “importi accessori segnalati”.
Per quanto riguarda, invece, il settore dei combustibili fossili, fra le 35 principali banche mondiali finanziatrici di fonti fossili figurano anche istituti italiani quali UniCredit e Intesa Sanpaolo, con finanziamenti destinati a questo mercato di 23,2 e 12,1 miliardi di dollari nel periodo 2016-2019.