Cultum change, un progetto di inclusione in agricoltura
Oggi più che mai il lavoro e la manodopera sono essenziali per l’impresa agricola, dal momento che l’agricoltura sta assumendo nuovamente un ruolo trainante per l’economia e soprattutto quello di ammortizzatore sociale che permette a categorie svantaggiate di trovare impiego.
Nel 2020, durante l’emergenza provocata dalla pandemia, ha svolto un ruolo fondamentale per la tenuta dell’Italia. Anche nei periodi di massimo rischio sanitario e di lockdown, le imprese agricole non hanno mai interrotto le attività, hanno mantenuto la continuità produttiva e assicurato l’approvvigionamento di cibo, garantendo alti livelli di sicurezza per i lavoratori e per i consumatori.
Messo di fronte alle difficoltà di far arrivare la manodopera specializzata dall’estero, il settore si è rivolto alla disponibilità interna, un appello a cui hanno risposto anche stranieri che vivono più meno stabilmente nel nostro paese.
Per questa fetta di popolazione, costituita spesso da rifugiati, l’agricoltura è uno dei settori nei quali è più semplice inserirsi lavorativamente, portando le proprie competenze e avendo così l’occasione di inserirsi più agevolmente nel contesto sociale.
In questo senso, la formazione gioca un ruolo fondamentale: avere manodopera specializzata permette una crescita personale e professionale, anche dell’impresa stessa.
Un programma di formazione specializzato
Sulla base di queste esigenze, Reale Foundation, insieme a Confagricoltura e a Onlus Senior Età della Saggezza, con ENAPRA, FAI-Federazione Apicoltori Italiani, Rete Fattorie Sociali, l’Università di Roma Tor Vergata, hanno avviato, in collaborazione con UNHCR, l’iniziativa “Cultum Change”, un programma di formazione finalizzato all’inclusione sociale e all'inserimento lavorativo dei rifugiati in agricoltura.
Alle azioni previste dal Programma collaborerà anche la Cooperativa Kairos, titolare del Progetto Radix.
Cultum Change nasce da un’idea di Reale Foundation e sulla scia delle proposte fatte da Confagricoltura al governo per risolvere la crisi di manodopera nel settore agroalimentare italiano, dai corridoi verdi, ai voucher agricoli, fino a dare lavoro a chi percepisce un sussidio. In particolare, Cultum Change si rivolge a due tipologie di soggetti beneficiari: le aziende agricole e i piccoli produttori italiani che hanno bisogno di manodopera specializzata in brevissimo tempo e i rifugiati e titolari di protezione internazionale, in quanto soggetti particolarmente svantaggiati e fragili rispetto all’accesso al mondo del lavoro.
Le aziende agricole partecipanti al progetto saranno selezionate da Confagricoltura secondo criteri non solo produttivi, ma anche di sostenibilità e di particolare attenzione alle condizioni di lavoro.
La proposta di programma è stata tradotta in una piattaforma on line che, grazie al supporto di ENAPRA – Ente di Formazione di Confagricoltura - mette a disposizione dei rifugiati corsi di formazione mirati, per l'inclusione e la crescita professionale, nel tempo, di coloro che si iscriveranno alla piattaforma.
Cultum Change permetterà così ai rifugiati di costruire percorsi di inserimento lavorativo di qualità grazie a moduli di formazione e-learning, processi di job coaching e accompagnamento personalizzati, anche dopo il termine del contratto stagionale.