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Covid-19, le vittime sono almeno il triplo di quelle ufficiali

Secondo l'ultimo rapporto annuale dell'Oms, il coronavirus è diventato una delle principali cause di morte: all'inizio di maggio i decessi legati alla pandemia erano oltre la soglia dei tre milioni. E il conteggio potrebbe essere molto sottostimato

All'inizio di maggio erano stati segnalati complessivamente oltre 153 milioni di casi di contagio da Covid-19 e 3,2 milioni di decessi legati al coronavirus a livello globale. Americhe ed Europa risultavano essere le regioni più colpite dalla pandemia, con oltre tre quarti dei casi di contagio segnalati e la stragrande maggioranza delle vittime (82%) in tutto il mondo. I numeri arrivano dall'ultima edizione del Global Health Statistics 2021, il tradizionale rapporto annuale curato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Ed evidenziano come, dopo appena un anno di pandemia, il coronavirus sia diventato una delle principali cause di morte al mondo.
Stando ai numeri del rapporto, il coronavirus avrebbe infatti esercitato una notevole pressione sui sistemi sanitari di tutto il mondo e impedito di fornire tempestivamente quelle cure mediche che, in tempi normali, avrebbero potuto essere tranquillamente somministrate ai pazienti. Il risultato è che, secondo l'Oms, la pandemia ha comportato anche indirettamente un considerevole aumento dei decessi a livello globale. Il numero di vittime legato direttamente o indirettamente al coronavirus, come detto, si è attestato nel 2020 a 3,2 milioni. Quasi il doppio rispetto agli 1,2 milioni dell'anno precedente.


Un dato (forse) sottostimato

Il bilancio ufficiale, tuttavia, non rispecchia molto probabilmente la realtà del coronavirus. Il rapporto, a tal proposito, evidenzia a più riprese che il conteggio dei decessi è stato realizzato sulla base delle segnalazioni arrivate all'Oms. Il bollettino della John Hopkins University, stilato sulla base dei dati ufficiali forniti dai ministeri della Salute, arriva per esempio a oltre 3,4 milioni di morti a causa del coronavirus dall'inizio della pandemia. I numeri, però, potrebbero essere addirittura più alti.
A dirlo è Samira Asma, vice direttore generale dell'Oms, la quale ha evidenziato che il conteggio delle vittime potrebbe essere parecchio sottostimato rispetto alla realtà. Il numero di persone morte direttamente o indirettamente a causa del Covid-19, ha detto Asma, “è almeno il doppio, il triplo di quelle ufficiali”.


I numeri della sanità globale

Il giudizio dell'Oms è netto. “Nessun Paese del mondo si è dimostrato in grado di affrontare una pandemia di tale portata e impatto”, si legge nel rapporto. E pensare che qualche progresso, prima che il coronavirus facesse la sua comparsa, era stato fatto. L'aspettativa di vita mondiale, per esempio, era passata dai 66,8 anni del 2000 ai 73,3 anni del 2019, con l'aspettativa di vita in buona salute che si era spinta fino a 63,7 anni dai precedenti 58,3 anni. I miglioramenti principali si erano registrati proprio nelle aree più povere del pianeta, soprattutto grazie agli sforzi profusi negli ultimi vent'anni per ridurre la mortalità dei bambini sotto i cinque anni. Efficaci anche le iniziative volte a contenere il numero di decessi dovuti a malattie trasmissibili, materne, perinatali e nutrizionali: Aids e tubercolosi, in questo contesto, non rientrano più tra le prime dieci cause di morte a livello globale nel 2019.
Numeri dunque positivi, sintomatici della bontà del percorso intrapreso per migliorare la qualità dei servizi sanitari a livello globale. Poi però è arrivato il coronavirus. E se da una parte la pandemia ha avuto per lo meno il merito di mostrare i limiti di alcuni sistemi sanitari e di sottolineare la necessità di investire nella salute della popolazione, dall'altra i rischi di pesanti passi indietro sono evidenti. Il rapporto, nelle sue conclusioni, teme che l'ondata di coronavirus possa frenare i progressi compiuti e spingere i leader mondiali a iniziative diverse da quelle finora adottate.