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Medicina digitale, boom dopo il coronavirus

L'ultima edizione dell'osservatorio sull'innovazione digitale in sanità fotografa la crescita della telemedicina nei mesi della pandemia: +20% durante l'emergenza sanitaria. Medici e pazienti sperano ora che il ricorso a questi strumenti possa proseguire anche in futuro

La pandemia di Covid-19 ha innescato il boom della medicina digitale. Tre italiani su dieci hanno utilizzato piattaforme sanitarie digitali durante l'emergenza coronavirus. E la stragrande maggioranza della popolazione, medici compresi, spera adesso che la lezione appresa dalla pandemia possa costituire la base di nuovo modello di medicina. L'82% degli italiani, a tal proposito, vorrebbe poter ricorrere a questi strumenti anche in futuro per migliorare il rapporto col proprio medico. Una percentuale analoga di specialisti (81%) spera di poter continuare a utilizzare sistemi di consulto a distanza e più di sei medici su dieci si dicono favorevoli a strumenti di televisita e telemonitoraggio.
I numeri arrivano dall'ultima edizione dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano. E fotografano quello che, come già accennato, è stato un vero e proprio boom della medicina digitale. L'utilizzo degli strumenti di telemedicina, in particolare, ha registrato un balzo del 20%, passando dal precedente 11% all'attuale 30%.


I numeri della medicina digitale

La novità non ha riguardato soltanto i pazienti, ma anche i medici. L'utilizzo di strumenti per le visite a distanza è passato dal 21% al 47%, arrivando a toccare il 39% dei medici specialisti (13% prima della pandemia). Crescita del tutto analoga anche per quanto riguarda i dispositivi di telemonitoraggio, cresciuti dal 13% al 28%.
A dettare questo boom, oltre chiaramente alle misure di distanziamento sociale, è stata anche la percezione che questi strumenti, finora poco utilizzati, funzionano e possono portare vantaggi concreti ai pazienti. Quasi la metà degli italiani che utilizzano applicazioni digitali per la salute (46%) ha dichiarato di sentirsi più consapevole della propria patologia e, più in generale, del proprio stato di salute. Il 42%, più semplicemente, ritiene che un'app possa costituire un valido supporto per rispettare il proprio piano di cura. Le app più utilizzate risultano essere quelle dedicate alla promozione di uno stile di vita sano e salutare (33%), seguite da quelle che ricordano l'assunzione di farmaci (22%) e quelle che aiutano a tenere sotto controllo i propri parametri medici (21%). L'e-mail resta lo strumento più utilizzato da medici (79% dei medici di medicina generale e 85% degli specialisti) e pazienti (55%), nonostante la crescita registrata nel ricorso a piattaforme digitali. I servizi digitali più diffusi sono invece il ritiro dei documenti clinici (37%), la prenotazione di visite ed esami (26%) e il pagamento (17%). Il 45% dei cittadini ha inoltre prenotato online il vaccino contro il coronavirus, arrivando a toccare una punta del 29% fra gli over 65.

Crescere anche dopo il coronavirus

L'osservatorio stima che la spesa per la sanità digitale è cresciuta del 5% su base annua, raggiungendo un valore di 1,5 miliardi di euro, pari all'1,2% della spesa sanitaria pubblica e a circa 25 euro per ogni cittadino. Una crescita, dunque, c'è stata. Tuttavia i curatori della ricerca hanno evidenziato che il processo di digitalizzazione del sistema sanitario resta frammentato e disomogeneo. Appena il 4% dei medici, per esempio, dispone di un livello soddisfacente di competenze digitali professionali, le cosiddette eHealth competences. L'osservatorio evidenzia dunque la necessità di incrementare gli sforzi in questo ambito, magari sfruttando le risorse che arriveranno dal Next Generation Eu. Il piano nazionale di ripresa e resilienza, in questo contesto, ha messo in preventivo sette miliardi di euro per lo sviluppo di reti di prossimità, strutture e telemedicina, a cui si aggiungono altri 8,63 miliardi di euro per l'innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del servizio sanitario nazionale.
Con queste risorse sarà quindi possibile valorizzare al meglio tutti gli strumenti digitali già a disposizione. A cominciare da un fascicolo sanitario elettronico che deve ancora esprimere tutte le sue potenzialità. Seppur attivato per quasi tutta la popolazione italiana, il fascicolo risulta infatti spesso incompleto e privo di informazioni e documenti utili per medici e pazienti, nonché di fatto sconosciuto alla stragrande maggioranza della popolazione: solo il 38% degli italiani ne ha sentito parlare e appena il 12% lo ha utilizzato consapevolmente almeno una volta nella vita.