Intelligenza artificiale, ecco la strategia italiana
Anche l’Italia può finalmente vantare una strategia per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Approvato recentemente dal Consiglio dei Ministri, il piano è stato battezzato Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale (AI) 2022-24. E si propone, come si legge in una nota stampa, di “rendere l’Italia un centro sull’intelligenza artificiale competitivo a livello globale, rafforzando la ricerca e incentivando il trasferimento tecnologico”. Il tutto nel pieno rispetto della strategia europea che era stata presentata lo scorso aprile.
“La strategia è la base per lanciare programmi e investimenti concreti per rendere l’Italia competitiva a livello internazionale e con un sistema pubblico più efficiente”, ha commentato Vittorio Colao, ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale. “Prevediamo – ha proseguito – programmi di accelerazione per le start up che propongono soluzioni innovative per le pubbliche amministrazioni e iniziative ad hoc per alzare notevolmente la qualità di processi e servizi pubblici e migliorare il rapporto cittadini-Stato”.
Sviluppo di competenze e talenti
L’Italia è arrivata in ritardo alla sfida dell’intelligenza artificiale. Il programma per la definizione della strategia era stato infatti lanciato nel 2018 e, nelle intenzioni del governo, avrebbe dovuto concludersi nel 2019 con la pubblicazione di un programma di sviluppo, proposito che poi si è perso fra disattenzioni politiche e avvicendamenti dell’esecutivo. Francia e Germania, per capirsi, hanno presentato i loro programmi strategici nel 2018.
Ecco perché adesso, nel settore dell’intelligenza artificiale, c’è bisogno in Italia di una forte accelerazione. Il programma, a tal proposito, identifica 24 linee di sviluppo volte a potenziare nei prossimi tre anni competenze, ricerca e applicazioni. Grande spazio viene dedicato proprio alla valorizzazione di talenti e competenze, con interventi mirati, prosegue la nota del governo, “ad aumentare il numero di dottorati e attrarre in Italia i migliori ricercatori”. Allo stesso tempo, il programma “include politiche per promuovere corsi e carriere nelle materie STEM e per rafforzare le competenze digitali e in intelligenza artificiale”.
Ricerca e ambiti applicativi
Altra priorità è poi il rafforzamento dell’ecosistema di ricerca nell’ambito dell’intelligenza artificiale, favorendo, si legge nella nota, “le collaborazioni tra il mondo accademico e della ricerca, l'industria, gli enti pubblici e la società”. Il programma punta inoltre alla “creazione di nuove cattedre di ricerca sull’intelligenza artificiale, a promuovere progetti per incentivare il rientro in Italia di professionisti del settore, a finanziare piattaforme per la condivisione di dati e software a livello nazionale”.
Completano il piano strategico una serie politiche mirate ad ampliare l'applicazione dell'intelligenza artificiale nelle industrie e nella pubblica amministrazione: nel dettaglio, il programma si propone di “supportare la Transizione 4.0, favorire la nascita e la crescita di imprese innovative dell'intelligenza artificiale e supportarle nella sperimentazione e certificazione dei prodotti di intelligenza artificiale”. In particolare, gli interventi per la pubblica amministrazione “puntano a creare infrastrutture dati per sfruttare in sicurezza il potenziale dei big data che genera la pubblica amministrazione, alla semplificazione e personalizzazione dell’offerta dei servizi pubblici e all’innovazione delle amministrazioni, tramite il rafforzamento dell’ecosistema GovTech in Italia”.