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Disabilità, sull’inclusione si fa poco o nulla

I risultati del quarto osservatorio sul tema, targato Swg: poco più del 30% degli italiani valuta positive le politiche del governo

Nella società italiana permane “una scarsa presa di coscienza sui diritti delle persone con disabilità”, secondo quanto ha verificato la quarta e ultima edizione dell’Osservatorio Cittadini e Disabilità, curato da Swg, che quest’anno si è concentrato soprattutto sui temi dell’inclusione e della percezione dell’opinione pubblica riguardo alla disabilità. 

A tre anni dal lancio del primo osservatorio è proprio l’inclusione la questione su cui il giudizio è più negativo. Una grande maggioranza degli italiani interpellati, il 71%, ritiene che lo Stato faccia “poco o nulla”, ma anche i cittadini (68%) sono giudicati particolarmente poco attenti a impegnarsi a garantire la partecipazione paritaria delle persone con disabilità alla vita sociale. Poco più del 30% degli italiani valuta come positive le politiche del governo e del ministero della Disabilità, mentre il 45% giudica inefficace la sua azione. 

L’impreparazione è una costante 

L’importanza di una vita indipendente per le persone con disabilità e il cosiddetto dopo di noi, sono priorità percepite residuali dalla comunità dei cittadini. Dove, invece, si registra una crescita dell’attenzione rispetto al sondaggio 2021 sono il lavoro, le azioni di sensibilizzazione, i trasporti e l’abbattimento delle barriere architettoniche. 

Lo sport, è facile da immaginarlo, è in cima alla classifica, con un 47% di giudizio positivo: ha influito certamente la vicinanza temporale della ricerca alle paralimpiadi 2024, fattore cruciale di conoscenza e rappresentazione delle persone con disabilità. 

La scuola, con il 43%, e poi l’assistenza sanitaria, la tutela giuridica e la riabilitazione sono considerate centrali per il 38% degli intervistati. Se da un lato crescono dal 2021 a oggi la cultura della “sensibilità” e della “solidarietà”, dall’altro non calano di molto la tendenza al pregiudizio, all’indifferenza e persino alla discriminazione. Cresce, infine, l’idea che “l’impreparazione” generale sia la costante con cui si tende a rispondere alle esigenze della disabilità.