Innovazione a misura d’uomo
La tecnologia si muove al ritmo dei balzi rivoluzionari. Ogni innovazione, dalla stampa a caratteri mobili alla catena di montaggio, ha comportato un cambiamento radicale del nostro stile di vita. Anche la recente digitalizzazione si è mossa lungo questa sperimentata linea di sviluppo. Almeno fino ai nostri giorni: secondo Accenture, la più grande rivoluzione delle nuove tecnologie potrà essere proprio quella di accompagnare (e non modificare completamente) le nostre abitudini.
La previsione è inserita nel rapporto La tecnologia al servizio delle persone. Un titolo non casuale, visto che nelle battute iniziali della pubblicazione si legge che “oggi è la tecnologia che si adatta a noi”. Lo slittamento di paradigma appare evidente: se prima l’innovazione modellava le nostre abitudini, ora siamo noi a sfruttare le nuove tecnologie per plasmare il mondo che ci circonda. Intelligenza artificiale, Internet of Things, big data e analytics: strumenti utili a migliorare la nostra vita, senza la necessità di un cambiamento radicale che, come avviene sempre alla vigilia di un balzo rivoluzionario, non sappiamo dove potrà portare.
A detta di Accenture, è necessario partire dai bisogni della popolazione. I bisogni, in fondo, cambiano lentamente. E per soddisfarli possiamo oggi ricorrere alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie. È il caso di Cvs Health, società attiva nel settore sanitario che ha sviluppato un’app in grado di scansionare il tesserino sanitario e di impostare promemoria per l’assunzione dei farmaci. Oppure
di Teladoc, società che ha sviluppato un servizio di telemedicina che consente di ricevere cure al
telefono o in videochat.
Il nodo, per le aziende, resta quello della redditività. Come testimoniato dalle fallimentari esperienze di alcuni settori produttivi (editoria, ma non solo), la semplice fornitura di servizi non comporta necessariamente un immediato ritorno economico. E se il cliente non percepisce il valore aggiunto dell’offerta, può semplicemente rifiutarla e continuare a soddisfare i propri bisogni come ha sempre fatto: magari sa pure che la strada vecchia non è la più efficiente, ma il pregiudizio dello status quo è duro a morire.
Per superare l’ostacolo, a detta di Accenture, è necessario un cambiamento (questo sì, radicale) dell’attuale modello di business: non più una relazione finalizzata alla vendita, ma una partnership in cui obiettivi di clienti e imprese possano arrivare a sovrapporsi. La vera sfida, si legge nel rapporto, è data dalla capacità di “procedere con le persone lungo un percorso che esse definiscono, progettando la tecnologia in modo di aiutarle ad avanzare come preferiscono”. Impresa senza dubbio ardua, perseguibile soltanto attraverso una maggior attenzione verso i bisogni dei clienti.