Povertà, a rischio un italiano su quattro
L’indagine sui bilanci delle famiglie italiane della Banca di Italia rivela che nel 2016 il 23% dei cittadini viveva con meno di 830 euro al mese. Un livello d’emergenza senza precedenti, che contrasta con i numerosi segnali di ripresa
Arrivare a fine mese spendendo meno di 830 euro, il reddito che individua il rischio di povertà. Nel 2016 era la condizione per la sopravvivenza per quasi un italiano su quattro, il 23% della popolazione, con un aumento di 3,4 punti percentuali rispetto al 19,6% del 2006. Secondo l’ Indagine sui bilanci delle famiglie italiane della Banca di Italia si tratta del massimo storico. L’incidenza di questa condizione interessa soprattutto le famiglie giovani, del Mezzogiorno o dei nati all’estero. Non va molto meglio nel nord Italia, che registra una crescita notevole del rischio povertà, che passa dall’8,3% al 15%. Quanto ai migranti, l'incidenza di questa condizione è salita dal 34% al 55%.
Cresce il reddito medio delle famiglie
La situazione di emergenza per molte famiglie italiane è bilanciata dai segnali di ripresa. Secondo Banca di Italia, il reddito medio delle famiglie italiane è cresciuto del 3,5% rispetto a quello rilevato dalla precedente indagine sul 2014, interrompendo il trend in calo dal 2006. Non basta tuttavia per tornare ai livelli di dieci anni fa: il reddito medio delle famiglie italiane è ancora inferiore dell’11%. Cresce anche la quota di famiglie che è riuscita a risparmiare parte del loro reddito (dal 27 al 33%), mentre si riduce la quota di famiglie indebitate, pari al 21%. È anche diminuita la quota di famiglie che hanno dichiarato di arrivare a fine mese con difficoltà: sono il 31%, in calo di quattro punti rispetto al dato del 2014. Nel loro complesso, le famiglie intervistate nel 2017 si attendevano un andamento ancora positivo del loro reddito nel corso dell’anno. Una fiducia che vede raddoppiare la quota di nuclei che ne prevedevano una crescita superiore a quella dei prezzi (l’8%), mentre è diminuita di oltre otto puntiquella di famiglie che ne prefiguravano una flessione (il 44%).
Diseguaglianze nei redditi, si torna ai livelli di fine anni ‘90
Il record di povertà e la ripresa nel reddito medio delle famiglie si spiegano con l’aumento delle diseguaglianza nella distribuzione dei redditi. Per Banca di Italia l’indice di Gini conferma il ritorno a livelli prevalenti alla fine degli anni novanta del secolo scorso. Nel 2016 il 5% delle famiglie più ricche deteneva il 30% della ricchezza complessiva, mentre il 30% più ricco delle famiglie ha circa il 75% del patrimonio netto rilevato nel complesso, con una ricchezza netta media di 510.000 euro. Al contrario, il 30% delle famiglie più povere ha nel complesso l'1% della ricchezza.