Primo impiego, le retribuzioni tedesche sono un miraggio
Per Willis Towers Watson, in Germania i neolaureati sono pagati il 66% in più degli italiani. I più apprezzati dal mercato sono i ruoli commerciali, legali e all’ingegneria, mentre in fondo alla classifica ci sono customer service e amministrazione
I giovani italiani che affrontano il mercato del lavoro con una laurea magistrale o un dottorato, percepiscono al primo impiego uno stipendio massimo di 32.637 euro, il 33% in più rispetto a chi ha concluso la propria carriera scolastica con un diploma (24.569 euro). Il dato emerge dall’ultimo Starting salaries report di Willis Towers Watson, che analizza le retribuzioni offerte ai neolaureati in 33 paesi di tutto il mondo; la ricerca si basa sulla risposta di 4.695 organizzazioni che riportano dati da 33 Paesi, messe in relazione rispetto ai diversi livelli di scolarizzazione e ambiti di attività. Secondo il report, in Italia le retribuzioni crescono con l’aumentare del livello di istruzione ma, a parità di scolarizzazione, sono presenti alcune diseguaglianze tra le diverse funzioni. I ruoli più remunerativi per i neolaureati si dimostrano quelli commerciali con uno stipendio massimo di 33.694 euro, seguiti da quelli in ambito legale (33.139 euro) e nell'ingegneria (33.108 euro). Le attività di customer service, supporto tecnico, amministrazione e finanza sono retribuite in media mille euro in meno (tra 32.074 e 32.287 euro).
Italia in affanno
Secondo Rodolfo Monni, responsabile indagini retributive di Willis Towers Watson Italia, l’Italia è in difficoltà rispetto ai paesi con una economia simile: “Un neolaureato tedesco può raggiungere 54.351 euro l’anno, il 66% in più di un collega italiano, un francese 43.325 euro (+25%); sui livelli dell’Italia si attesta invece la Spagna con un salario massimo di 30.598 euro”. Monni ha segnalato la presenza di criticità anche sul fronte delle prospettive di crescita a breve termine. “Dopo due anni di lavoro – ha detto - un laureato italiano vede aumentare la sua retribuzione fissa di circa il 10%, rispetto al 20% di Francia e Germania e al 25% di Spagna e Regno Unito”.