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Quota 100 e Reddito di cittadinanza: quali prospettive?

Con la definitiva conversione in legge del “decretone”, entrano ufficialmente in vigore le misure protagoniste dell’ultima legge di Bilancio. Le aspettative sono tante, come testimonia il boom di richieste: resta da capire se ora riusciranno a centrare l’obiettivo prefissato

Quota 100 e reddito di cittadinanza sono finalmente legge. Con la conversione del cosiddetto decretone, arrivata la scorsa settimana, entrano ufficialmente in vigore le misure protagoniste dell’ultima legge di Bilancio. E tante sono le aspettative che in questi mesi sono riuscite ad alimentare fra la popolazione. Per capirlo basta guardare i numeri: oltre 100mila persone hanno fatto richiesta per accedere al reddito di cittadinanza, un numero analogo ha compilato il modulo dell’Inps per poter andare in pensione con qualche anno di anticipo.
Ora scatta la fase due, ovvero quella che trasformerà le richieste (quando possibile) in azioni concrete. E decreterà se le due misure avranno centrato l’obiettivo che era stato prefissato dal Governo: imprimere una spinta all’economia nazionale, incrementando la domanda interna di consumi e favorendo il ricambio generazionale della forza lavoro. Le speranze, come già accennato, sono tante. E, secondo alcuni osservatori, purtroppo mal riposte. È il caso del centro studi di Confindustria che, con il suo ultimo Rapporto di previsione, ha recentemente lanciato l’allarme sulla situazione economica italiana. “L’economia italiana – si legge nella pubblicazione – è prevista sostanzialmente in stagnazione nel 2019 e in esiguo miglioramento nel 2020”. La previsione di crescita del Pil per l’anno in corso resta ferma a zero, sulla scia di un generale rallentamento del contesto economico globale e di una manovra di bilancio, sentenzia Confindustria senza mezzi termini, “poco orientata alla crescita”. In questo contesto, quota 100 e reddito di cittadinanza potranno poco. “Tali misure, soprattutto il reddito di cittadinanza, daranno un contributo, seppure esiguo, alla crescita economica, concentrato nel primo anno di implementazione”, si legge nella nota diffusa da Viale dell’Astronomia. Insomma, poco e niente. Senza dimenticare che, prosegue la nota, le due misure “hanno contribuito al determinarsi proprio dei due suddetti fattori sfavorevoli: rialzo dei rendimenti sovrani e cambio di tendenza della fiducia delle imprese”. In altri termini, secondo Confindustria, più che stimolare la crescita, quota 100 e reddito di cittadinanza hanno contributo a incrementare l’incertezza e favorito indirettamente il rallentamento economico che è culminato, negli ultimi mesi del 2018, nell’ingresso dell’Italia nella recessione tecnica.
Di diverso avviso invece Prometeia, società di consulenza e ricerca economica che, proprio in concomitanza con la diffusione delle previsioni di Confindustria, ha voluto dare una lettura diversa alle due misure. A detta di Prometeia, infatti, “le misure fiscali per il 2020 avranno un impatto espansivo sul Pil per 0,3 punti percentuali”. Lo stimolo, prosegue, “sosterrà la ripresa che, a partire dalla seconda metà dell’anno, convergerà verso il +0,6% di crescita tendenziale”. La spinta, secondo Prometeia, consentirà al Governo di evitare una manovra correttiva per il 2019, ipotesi ventilata e subito smentita dal rapporto anche perché in parte “lo sforamento del disavanzo rispetto agli obiettivi potrà essere giustificato dall’andamento debole del ciclo, in parte perché la Commissione europea è in scadenza”. Le tinte fosche, tuttavia, non mancano: anche per Prometeia la crescita del Pil nel 2019 resterà sostanzialmente stabile (+0,1%) per poi risollevarsi nel corso del 2020 con un più marcato +0,7%.