Credito e industria, segnali preoccupanti
Mentre i prestiti erogati dal settore bancario alle famiglie sono aumentati ad aprile, quelli verso le imprese non finanziarie, nello stesso mese, sono diminuiti. Lo certifica Banca d’Italia nel suo ultimo rapporto Banca e moneta, fornendo contemporaneamente altri interessanti dati sull’andamento finanziario del settore privato in questa difficile fase dell’economia italiana. Ma andiamo con ordine. Secondo Bankitalia, in aprile, i prestiti al settore privato sono cresciuti dello 0,8% su base annua e dello 0,9% rispetto a marzo. Di questo stock fanno parte i prestiti dedicati alle famiglie, che sono cresciuti del 2,6% rispetto al 2,5% del mese precedente, e quelli verso le società non finanziarie, che sono diminuiti dello 0,6%, in linea con gli andamenti di marzo. Nello stesso periodo, i depositi del settore privato sono cresciuti del 3,4% su base annua, in miglioramento del 3,3% del mese precedente; mentre la raccolta obbligazionaria è diminuita del 7,9%, in leggero miglioramento dal -8,7% di marzo. Il rapporto evidenzia anche un leggero incremento dei depositi bancari in conto corrente: ad aprile sono saliti a 1.124,2 miliardi da 1.122,4 miliardi del mese precedente. È interessante seguire poi l’andamento dei tassi d’interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, cioè i mutui, comprensivi delle spese accessorie: in questo caso il costo del denaro si è alzato lievemente per i tassi variabili, arrivando al 2,26% dal 2,17% di marzo.
L’andamento delle sofferenze
Il comportamento delle banche nel mese ha rivelato due tendenze: da un lato, in valori assoluti, le sofferenze lorde sono salite ad aprile a 92,4 miliardi di euro dai 91,9 miliardi del mese precedente; ma anche quelle nette sono in aumento a 32,6 miliardi di euro dai 31,7 miliardi di marzo. Tuttavia, continua il calo su base annua, anche se in leggerissimo rallentamento: ad aprile le sofferenze lorde sono diminuite del 37,6% su base annua (-37,7% in marzo), per effetto di alcune operazioni di cartolarizzazione, precisa via Nazionale. Contemporaneamente, i Btp detenuti dalle banche italiane hanno raggiunto quota 394,7 miliardi dai 387,2 del mese precedente. Il movimento minimo dei tassi, dicono gli analisti, non annuncia certo una futura stretta al credito, ma semmai una certa tensione tra gli intermediari, in balia delle non chiare condizioni del mercato, comprese le conseguenze della tensione tra Italia e Unione Europea sulla probabile procedura d’infrazione sul debito e sul deficit.
Male l’automotive
Un altro segnale negativo per l’economia italiana arriva dal settore industriale, il cui fatturato è diminuito ad aprile, in termini congiunturali, dell’1%, registrando quindi il primo calo dall’inizio dell’anno, secondo quanto riportano i dati Istat. Su base annua, la perdita è minore, pari allo 0,7%. Anche gli ordinativi sono in flessione sia su base mensile, con un vistoso calo del 2,4%, sia su base annua, con una diminuzione molto più contenuta dello 0,2%. In questo caso, pesano gli affari esteri che segnano una flessione del 2,8% sia mese su mese sia anno su anno. Ancora male, infine, l’industria dell’auto che perde l’8,6% rispetto allo stesso mese del 2018, dato che fa seguito al tonfo del 17,8% di marzo. La flessione è del 9,3% per il mercato interno e del 7,4% per quello estero. Non vanno bene nemmeno gli ordini, la cui contrazione è persino maggiore e raggiunge il -11,6%, con un calo del 9,4% del mercato interno e del 14,4% di quello estero.