Le risorse umane al tempo dei social network
Attenzione al vostro profilo social se cercate un lavoro. L’impatto dei canali social sull’attività di scouting degli Hr e sulla ricerca di un lavoro da parte dei candidati è in crescita costante, sia perché sono sempre di più utilizzati come uno strumento nell’ambito lavorativo (marketing, ricerca di informazioni …), sia perché la connessione costante sta abbattendo i confini tra pubblico e privato nella vita quotidiana.
La verifica online dei candidati è prassi ormai diffusa in molti settori Risorse umane nella fase di ricerca, ma anche per raccogliere maggiori informazioni sulla persona. D’altra parte, pure chi cerca un nuovo impiego utilizza sempre di più i social network, anche se il passaparola sembra rimanere il sistema più efficace.
Sono questi alcuni degli spunti che emergono dai risultati della ricerca Work Trends Study, realizzata da Adecco in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. I risultati fanno ritenere che già oggi potrebbe essere utile approfondire le potenzialità degli strumenti web per avvicinare la domanda e l’offerta di lavoro e trovare nuove modalità di incontro.
Un ruolo centrale nella ricerca di informazioni
Secondo la survey di Adecco, chi è alla ricerca di un lavoro spende online in media il 72% del tempo di ricerca, mentre i recruiter passano in rete il 45,1% del tempo di ricerca e analisi dei profili (ma si prevede che la quota salirà al 55,7% entro un anno). Gli strumenti web raccolgono molto interesse da parte dei “reclutatori” soprattutto per la loro immediatezza: rispetto alla selezione tradizionale, quella online richiede meno investimenti economici (70,2% delle risposte), minor tempo (58,1%) ma più investimenti in competenze (48,6%). Non solo: la ricerca online permette di avere accesso a un numero maggiore di potenziali candidati e di raccogliere più informazioni su di essi (incluse quelle extra curriculum). Nel nuovo processo di selezione del personale con il supporto dei social, i fattori determinanti per i selezionatori sono l’evidenza di informazioni non coerenti con il cv presentato, i tratti emergenti della personalità, eventuali contenuti discriminatori, un network scarso e poco aggiornato, i commenti negativi sui datori di lavoro: in base a questi elementi, il 44,1% dei recruiter afferma di aver scartato un curriculum a causa di una web reputation ritenuta non idonea (erano il 12% nel 2013).
Ma il passaparola pesa più del web
Guardando agli strumenti web maggiormente utilizzati da canditati e selezionatori, le bacheche web (job board) sono le più utilizzate (49% dei candidati, 37% dei recruiter), i social network sono consultati dal 19% dei candidati ma dal 32% dei recruiter, i siti web sono riferimento per il 32% di chi cerca e il 31% dei selezionatori.
Nel dettaglio dei social media, Linkedin è un punto di riferimento per il 57,7% di chi cerca lavoro, Facebook è consultato dal 31,7%, Instagram dal 10% e Twitter dal 4%. L’utilizzo che ne viene fatto è tradizionale: cercare annunci (61%), rispondere a candidature (52,3%) e consultare le pagine di potenziali datori di lavoro (50,1%).
I social network sono di riferimento per gli Hr, ma in misura leggermente minore rispetto alla rilevazione effettuata nel 2015: Linkedin è utile per il 73,6% dei recruiter, Instagram per il 15,3%, Facebook per il 14,4% e Twitter per l’11,4%.
La ricerca evidenzia anche un aspetto forse inatteso che riguarda la loro poca efficacia nel trovare lavoro: i siti web sono usati dall’85% di chi cerca lavoro ma solo il 46% ha ricevuto un’offerta attraverso mail; il 33% usa i social network ma solo il 12% è stato contattato attraverso questo canale; mentre il 60% usa altri canali (ad esempio il passaparola) che si sono dimostrati efficaci nel 57% dei casi. Ciò conferma il valore prevalente di personal branding del canale digitale.
Rispetto alle figure ricercate, i recruiter utilizzano i social soprattutto per contattare i middle manager (39,3%), i senior manager (32,7%) e i profili non manageriali (28,3%). Non stupisce che tra le figure più visionate online rientrino i profili del settore comunicazione, molto meno quelli di ambito tecnico.