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Puntare sul welfare integrato

Prevenzione, protezione e risparmio previdenziale: tante componenti che, a detta degli esperti, devono iniziare a essere affrontate in maniera complessiva

Parlare semplicemente di welfare è forse improprio. Perché tanti sono gli elementi di cui si compone il sistema di prestazioni sociali. E altrettanto numerosi sono stati gli approcci con cui il gestore, pubblico o privato che fosse, si è avvicinato alla materia per tentare di soddisfare i bisogni del proprio pubblico. Il risultato è che per ogni tipo di esigenza si è arrivati a elaborare una soluzione diversa: coperture sanitarie, polizze sulla vita, garanzie contro la perdita di reddito e piani di accumulo per gli anni della pensione. La segmentazione dell’offerta si è ormai imposta sul mercato. Il settore (o, per meglio dire, i settori) appare oggi attraversato da un numero crescente di soluzioni che mirano a soddisfare la singola esigenza del consumatore.


Eppure, nonostante l’esplosione di prodotti, il sistema di welfare appare oggi in profonda crisi. E viene quasi naturale pensare che alla base delle attuali difficoltà, accanto a ostacoli evidenti come la crisi economica o l’andamento demografico, ci sia anche la mancanza di una visione d’insieme dell’intero sistema di welfare. La pensa così Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza, che è intervenuto all’incontro Welfare integrato: un nuovo approccio sul mercato italiano. “Nel 1993, quando abbiamo messo mano al sistema pubblico di welfare, abbiamo commesso un errore clamoroso: separare assistenza e previdenza”, ha ammesso in apertura dell’iniziativa che si è svolta, a Milano, presso lo Studio Legale Taurini & Hazan. A detta di Corbello, “stiamo vivendo una fase di trasformazioni straordinarie”. E per riuscire a cavalcare l’evoluzione del momento, facendo così di necessità virtù, sono necessari “strumenti atipici che siano in grado di unire diverse coperture e di razionalizzare così i costi e gli oneri fiscali a carico del cliente”.


Strumenti, quest’ultimi, che possono consentire di effettuare “quell’autentica svolta culturale” di cui ha parlato l’avvocato Maurizio Hazan, fondatore e managing partner dello studio legale che ha ospitato l’incontro. Secondo il giurista, “occorre miglior consapevolezza dei sempre nuovi bisogni di sicurezza e protezione”. Anche perché, ha aggiunto citando il sociologo Ulrich Beck, “stiamo vivendo nella società del rischio”. Ed è in questo contesto che “l’assicurazione privata può esprimere al meglio la propria rinnovata vocazione sociale, nel rispetto di un approccio trasparente e fiduciario con l’utenza”. Secondo Hazan, è insomma “giunto il momento di fare qualcosa di diverso”.