Coronavirus, è arrivata la terza ondata
La Fondazione Gimbe aveva lanciato l'allarme già alcune settimane fa. “O si introducono elementi di aggiustamento del sistema a fasce oppure rischiamo di trovarci in ritardo con l'accelerazione del virus: con la variante inglese nelle prossime settimane ci aspettiamo un incremento importante dei casi”, aveva commentato lo scorso 22 febbraio il presidente Nino Cartabellotta ai microfoni di Radio Cusano Campus. “La situazione dell'epidemia – aveva aggiunto – è una calma piatta apparente. Da quattro settimane abbiamo più o meno 85mila nuovi casi settimanali. Quando ci addentriamo all'interno delle singole regioni e province vediamo però che ci sono differenze importanti: nonostante il sistema delle regioni a colori abbia funzionato nel medio periodo, abbiamo ancora 380mila pazienti positivi, oltre 17.900 pazienti in ospedale, con tutti i dati che sono in incremento”.
Insomma, i prodromi della terza ondata di pandemia c'erano tutti. E adesso è arrivata davvero. Nella settimana compresa dal 24 febbraio al 2 marzo, secondo gli ultimi dati della Fondazione Gimbe, i nuovi casi sono arrivati a 123.272, gli attualmente positivi a 430.886, le persone in isolamento domiciliare a 409.099, quelli in terapia intensiva a 2.327.
Tutti numeri in rialzo, eccezion fatta per i decessi che calano, seppur leggermente, dai precedenti 2.177 agli attuale 1.940. “Per la seconda settimana consecutiva – ha commentato Cartabellotta – si registra un incremento dei nuovi casi che negli ultimi sette giorni supera il 33%, segnando l'inizio della terza ondata”.
In 16 regioni e nella provincia autonoma di Trento è aumentata la quota di attualmente positivi su 100mila abitanti. In cinque regioni, inoltre, il tasso di occupazione dei posti letto ordinari negli ospedali da parte di pazienti affetti da Covid-19 ha superato la soglia del 40%, quella del 30% per quanto riguarda le terapie intensive.
“Già da settimane la Fondazione Gimbe segnala le spie rosse di un'aumentata circolazione del virus, la cui forte accelerazione sta di fatto avviando la terza ondata, ma i tempi di politica e burocrazia sono sempre troppo lunghi e le zone rosse locali arrivano quando la situazione ormai è sfuggita di mano”, ha proseguito Cartabellotta, aggiungendo che “la campagna vaccinale stenta a decollare non solo per i noti ritardi di produzione e consegna delle dosi, ma anche per difficoltà organizzative di molte regioni che lasciano in fresco dosi di vaccino che potrebbero evitare ricoveri e salvare vite, soprattutto tra le persone più a rischio di Covid-19 severa”.