Medicina digitale, boom dopo il coronavirus
La pandemia di Covid-19 ha innescato il boom della medicina digitale. Tre italiani su dieci hanno utilizzato piattaforme sanitarie digitali durante l'emergenza coronavirus. E la stragrande maggioranza della popolazione, medici compresi, spera adesso che la lezione appresa dalla pandemia possa costituire la base di nuovo modello di medicina. L'82% degli italiani, a tal proposito, vorrebbe poter ricorrere a questi strumenti anche in futuro per migliorare il rapporto col proprio medico. Una percentuale analoga di specialisti (81%) spera di poter continuare a utilizzare sistemi di consulto a distanza e più di sei medici su dieci si dicono favorevoli a strumenti di televisita e telemonitoraggio.
I numeri arrivano dall'ultima edizione dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano. E fotografano quello che, come già accennato, è stato un vero e proprio boom della medicina digitale. L'utilizzo degli strumenti di telemedicina, in particolare, ha registrato un balzo del 20%, passando dal precedente 11% all'attuale 30%.
I numeri della medicina digitale
A dettare questo boom, oltre chiaramente alle misure di distanziamento sociale, è stata anche la percezione che questi strumenti, finora poco utilizzati, funzionano e possono portare vantaggi concreti ai pazienti. Quasi la metà degli italiani che utilizzano applicazioni digitali per la salute (46%) ha dichiarato di sentirsi più consapevole della propria patologia e, più in generale, del proprio stato di salute. Il 42%, più semplicemente, ritiene che un'app possa costituire un valido supporto per rispettare il proprio piano di cura. Le app più utilizzate risultano essere quelle dedicate alla promozione di uno stile di vita sano e salutare (33%), seguite da quelle che ricordano l'assunzione di farmaci (22%) e quelle che aiutano a tenere sotto controllo i propri parametri medici (21%). L'e-mail resta lo strumento più utilizzato da medici (79% dei medici di medicina generale e 85% degli specialisti) e pazienti (55%), nonostante la crescita registrata nel ricorso a piattaforme digitali. I servizi digitali più diffusi sono invece il ritiro dei documenti clinici (37%), la prenotazione di visite ed esami (26%) e il pagamento (17%). Il 45% dei cittadini ha inoltre prenotato online il vaccino contro il coronavirus, arrivando a toccare una punta del 29% fra gli over 65.
Crescere anche dopo il coronavirus
Con queste risorse sarà quindi possibile valorizzare al meglio tutti gli strumenti digitali già a disposizione. A cominciare da un fascicolo sanitario elettronico che deve ancora esprimere tutte le sue potenzialità. Seppur attivato per quasi tutta la popolazione italiana, il fascicolo risulta infatti spesso incompleto e privo di informazioni e documenti utili per medici e pazienti, nonché di fatto sconosciuto alla stragrande maggioranza della popolazione: solo il 38% degli italiani ne ha sentito parlare e appena il 12% lo ha utilizzato consapevolmente almeno una volta nella vita.