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Russia-Ucraina, l’Ue prova ad abbassare la tensione

Mentre fonti dell’intelligence Usa lanciano l’allarme (fino a 50mila morti civili, con Kiev presa in due giorni), il presidente francese Macron vola a Mosca per mediare e provare a comprendere anche le ragioni di Putin. Ma intanto una guerra si combatte già, ed è sul fronte del gas

Un attacco massiccio, con Kiev che cade in due giorni, 50mila civili uccisi e fino a cinque milioni di profughi. È uno scenario catastrofico quello evocato da Washington per rilanciare l'allarme su una possibile invasione russa dell'Ucraina. “Una follia”, ribatte Mosca, ma anche il governo ucraino ribadisce la sua perplessità: “Non credete alle previsioni apocalittiche”.

Ad ogni modo, secondo il New York Times, nei giorni scorsi il presidente Usa, Joe Biden ha informato i parlamentari americani e i partner europei sul fatto che la Russia ha messo insieme il 70% delle forze necessarie per una invasione completa dell'Ucraina. L’intelligence statunitense, aggiunge il quotidiano, non pensa che Putin abbia preso la decisione finale, ma che la finestra diplomatica si stia chiudendo. L’amministrazione Biden, che aveva già avvertito su una possibile invasione all'inizio di gennaio e poi entro le prime due settimane di febbraio, pensa adesso che essa possa avvenire nella seconda metà di febbraio, vale a dire dopo le Olimpiadi invernali di Pechino, per non infastidire i giochi organizzati dall’alleata Cina.

Vera minaccia o semplice pressione?

Nel frattempo, scrive il Washington Post, la Russia avrebbe ulteriormente aumentato le truppe, schierando 83 gruppi di battaglioni tattici, con circa 750 militari ciascuno, contro i 60 di due settimane fa. Il tutto con l'appoggio di decine di migliaia di persone per la logistica, il sostegno aereo e medico. Ma secondo il vice ambasciatore russo all'Onu Dmitry Polyanskiy, “la follia e l’allarmismo continuano”, ha detto, ribadendo che il suo Paese non ha mai avuto alcuna intenzione di invadere l'Ucraina. “E se dicessimo – ha osservato – che gli Stati Uniti potrebbero impadronirsi di Londra in una settimana e causare la morte di 300mila civili? Tutto questo sulla base delle nostre fonti di intelligence che non riveleremo”.

Anche l’Ucraina prova a gettare acqua sul fuoco, allarmata per gli effetti destabilizzanti dei continui allarmi sull’economia. “Le possibilità di trovare una soluzione diplomatica per la riduzione dell’escalation sono considerevolmente maggiori della minaccia di una ulteriore escalation”, ha detto il consigliere presidenziale Mykhailo Podoliak, secondo il quale le massicce esercitazioni miliari russe vicino al confine rispondono più che a una volontà di invasione, a una precisa strategia “per effettuare pressioni psicologiche” su Kiev.

Macron prova la mediazione

E mentre i funzionari dell’intelligence Usa dipingono uno scenario shock sulla tensione tra Russia e Ucraina, il presidente francese Emmanuel Macron vola a Mosca per cercare una mediazione. “L’obiettivo geopolitico della Russia – ha dichiarato Macron a Le Journal du Dimanche – oggi chiaramente non è l’Ucraina, ma il chiarimento delle regole di coabitazione con la Nato e l’Ue”. Il dialogo efficace e duraturo con la Russia “non può né deve passare per l’indebolimento di qualche Stato europeo, qualunque esso sia”. Occorre però “assicurare e garantire la sicurezza dei Paesi baltici, della Polonia o della Romania”, in quanto ciò “è essenziale e rappresenta una precondizione”. La sicurezza e la sovranità dell'Ucraina o di qualunque altro Stato europeo, ha detto ancora il presidente francese, non possono “essere oggetto di nessun compromesso”, così come “è legittimo che la Russia ponga la questione della propria sicurezza”. Secondo Macron “bisogna essere molto realisti. Non otterremo gesti unilaterali, ma è indispensabile evitare una degradazione della situazione. L’intensità del dialogo che abbiamo avuto con la Russia e questa visita a Mosca hanno come obiettivo proprio impedire che ciò avvenga. Successivamente, discuteremo dei termini della de-escalation”, ha sottolineato.

Per Emmanuel Macron c’è “una disponibilità del presidente Putin” a costruire un nuovo rapporto con l’Ue. “Noi europei – ha detto – dobbiamo gestire il dopo Guerra fredda, perché abbiamo degli amici, degli Stati europei sovrani che hanno costruito la loro indipendenza 30 anni fa e che vivono ancora nel ricordo di una relazione traumatica con la Russia. Il capo dell'Eliseo riconosce “i traumi anche del grande popolo e della grande nazione che è la Russia”, e per questo ritiene “che ci sia una disponibilità del presidente Putin. È anche con questo spirito che vado a Mosca: per tentare di costruire risposte all'emergenza e andare avanti verso un nuovo ordine di cui la nostra Europa ha profondamente bisogno e che si basa sul principio cardinale dell'eguaglianza sovrana degli Stati”.

I risvolti sul prezzo dell’energia

Ad ogni modo, qualsiasi cosa avvenga, sul fronte energetico i rapporti tra Russia e Ue si sono già fatti tesi. È dalla metà del 2021 che le forniture di gas russe verso l'Europa sono più basse rispetto alle attese (-25%, addirittura –40% a gennaio), e anche per questo i prezzi spot del gas naturale in Europa in un anno sono quasi quintuplicati.

Secondo l’analisi di Ispi DataLab, questo è il motivo per il quale si è tornati a parlare dell’interdipendenza energetica tra la Russia, grande esportatore di gas e petrolio, e i paesi dell’Unione europea.

A gennaio le forniture di gas russe verso l’Europa si sono ridotte del 40% rispetto alle attese, recuperando leggermente (-20%) negli ultimi giorni. Secondo il nostro indice di vulnerabilità, i paesi Ue più vulnerabili a queste riduzioni non sono sempre quelli che pensiamo che siano. L’est Europa rischia molto, ma anche l’Italia è ai primi posti della classifica, prima della Germania.

La Russia approfitta del suo potere di oligopolista (il 50% delle importazioni extra-europee verso l’Ue vengono da lì) per contenere le perdite. Anche inviando meno gas, quest’inverno il forte aumento dei prezzi sarà sufficiente a non ridurre le entrate di Mosca. Che dalla crisi potrebbe addirittura guadagnarci.

Per ora l’Europa è inondata dal gas naturale liquefatto (GNL), ma gli arrivi bastano a coprire i cali di fornitura russi. Gli stoccaggi sono a livelli critici, alcuni paesi potrebbero comunque non avere gas fino alla fine dell’inverno, e un’ulteriore stretta di Mosca metterebbe l’UE con le spalle al muro.