Il fascino del Regno Unito non soffre la Brexit
La Brexit non ha reso meno attrattivo il regno di Elisabetta II Windsor. Il Regno Unito, infatti, continua ad attrarre lavoratori dagli altri Paesi dell’Unione europea. È quanto dicono i dati diffusi dal britannico Office of nationals statistics, che indicano come, nell’ultimo anno, i lavoratori provenienti dal resto dell’Ue siano aumentati di ben 112mila unità. Tuttavia, per la prima volta nell’arco di dieci anni, è in diminuzione il numero di lavoratori polacchi e di altri Paesi dell’est Europa, una tendenza forse dovuta al 20% di aumento dell’euro e dello zloty polacco rispetto alla sterlina, oltre che alle preoccupazioni dovute alla Brexit.
In generale, si è quindi passati da 1.054.000 dell’estate 2016 agli attuali 1.035.000 lavoratori dai Paesi dell’est. Unici in controtendenza all’interno di questo gruppo, i lavoratori romeni e bulgari, saliti da 257mila a 347mila, con un aumento di 90mila unità.
I dati dell’istituto di statistica britannico riguardanti il mercato del lavoro indicano che il numero di lavoratori britannici impiegati è cresciuto di 185mila unità, passando a 28,55 milioni, nel periodo che va da settembre 2016 a settembre 2017. Nello stesso periodo, il totale dei lavoratori Ue è salito di 112mila unità, passando a 2,38 milioni, mentre il numero di lavorati extracomunitari è rimasto sostanzialmente stabile a 1,21 milioni.
Il numero di disoccupati Ue presenti nel Regno Unito è invece sceso di 34mila unità nel corso dell’ultimo anno, passando da 113mila a 79mila, mentre 452mila cittadini Ue sono classificati come economicamente inattivi, tra i quali 155mila studenti. È diminuito anche il numero di disoccupati extracomunitari, che a settembre 2017 risultavano 95mila, rispetto ai 118mila del settembre 2016.