Smart working, un ambiente confortevole migliora la produttività
L’ambiente domestico incide sulla produttività e sul rischio di burn-out in smart working. Lo ha rilevato un nuovo studio dell’università di Maastricht, pubblicato sulla rivista Plos One e realizzato su un campione di poco più di mille interviste a persone che lavorano a distanza: si tratta di una delle prime ricerche che analizzano la relazione fra produttività, soddisfazione e spazio di lavoro in un regime di smart working.
L’analisi, condotta con metodi statistici, ha di fatto confermato quello che poteva essere stato finora avanzato soltanto con un’ipotesi di buon senso: un ambiente confortevole migliora la produttività e riduce il rischio di burn-out. Sul comfort dello spazio adibito a ufficio domestico incidono fattori ambientali, come la temperatura e il rumore, così come elementi di hardware, fra cui sedie, scrivanie e schermi di computer. I ricercatori hanno anche rilevato una certa correlazione fra ventilazione dell’aria e produttività, soddisfazione e disponibilità a proseguire il lavoro da casa anche in futuro. I risultati sono sostanzialmente in linea con quanto già emerso in precedenti studi che hanno collegato la qualità dell’aria con la produttività sul posto di lavoro: i ricercatori, a tal proposito, suggeriscono che investimenti in hardware e in più generici fattori ambientali, così come in strumenti per la misurazione del clima all’interno dell’ufficio domestico, potrebbero favorire la diffusione di politiche di lavoro da casa.