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Uno sguardo alla Ltc

Al via InnovaCAre, uno studio multidisciplinare, che sarà condotto dall’Università degli Studi di Milano e dall’Università Vita-Salute San Raffaele, per trovare risposte al progressivo invecchiamento della popolazione

L’ultima stima è arrivata recentemente dall’Istat: entro il 2065 la vita media degli italiani crescerà di oltre cinque anni, arrivando a 86,1 anni per gli uomini e 90,2 per le donne. Numeri che si impongono come l’ennesima conferma di un fatto ormai dato per certo: la popolazione italiana (ma non solo) sta invecchiando. E pone incognite che devono ancora essere risolte. A cominciare dalle misure necessarie per assicurare cure e assistenza a un crescente numero di persone che, poste queste basi, non sarà autosufficiente per un lungo periodo di tempo. Perché una più lunga speranza di vita si traduce spesso in una più lunga vecchiaia, con tutte le conseguenze che può comportare l’approdo alla cosiddetta terza età.
Ecco allora che l’assistenza di lungo periodo, meglio nota con l’inglese long term care o con l’acronimo Ltc, diventa un tema centrale nel dibattito nazionale. Come potrà lo Stato rispondere a queste nuove esigenze? E quale contributo potrà dare il settore privato? Domande a cui tenterà di rispondere InnovaCAre, progetto di ricerca che nei prossimi due anni impegnerà un team multidisciplinare del Dipartimento di scienze sociali e politiche dell’Università degli Studi di Milano e dell’Università Vita-Salute San Raffaele. Finanziata dalla Fondazione Cariplo, l’iniziativa adotterà un approccio qualitativo per analizzare politiche e buone pratiche che potranno essere poi tradotte e replicate nel nostro Paese. Il tutto senza, tuttavia, perdere di vista i numeri su cui si basa gli scenari attuali e le previsioni di domani.
Numeri come quelli inseriti nell’ultimo rapporto della Commissione Europea sulle prospettive di invecchiamento del Continente: entro il 2060 gli over 65 copriranno il 29% della popolazione comunitaria, mentre gli over 80 dovrebbero arrivare al 12,1%. L’Italia, come noto, si muove su livelli più alti, con le suddette quote che nel 2060 si attesteranno rispettivamente al 33,3% e al 15,5%. Il tema è, insomma, quanto mai urgente. Anche perché le risposte finora arrivate si limitano a un sostanziale welfare del fai-da-te, con familiari diretti o assistenti in coabitazione. Misure utili ad arginare l’esigenza del momento, ma difficilmente in grado di fornire una soluzione di lungo periodo alla luce delle trasformazioni sociali che stiamo osservando. Ed è qui che si innesta il lavoro di InnovaCAre.
La ricerca si concluderà nell’aprile del 2020, dopo aver raccolto il contributo di vari stakeholder del settore. Nel mezzo, in questi due anni di ricerca, ci sarà spazio per focus e approfondimenti. Per comprendere meglio lo stato dell’arte sul fronte della long term care. E magari trovare qualche certezza in più per gli anni della nostra vecchiaia.