Tutti pazzi per i benefit
Assistenza familiare, buoni shopping, previdenza completare. E ancora buoni pasto, personal care e servizi per la mobilità. I benefit piacciono sia ai lavoratori che alle aziende. Così i piani di welfare prendono sempre più spazio nelle politiche retributive delle imprese italiane. Ben 7 imprese italiane su 10 (69%) hanno rivelato l’intenzione di investire in piani welfare per i propri dipendenti. Se il 33% ha riferito di essere già all’opera per implementare i propri piani, il 36% ha ammesso nuovi investimenti nel settore. È quanto emerge da una recente ricerca condotta da A.T. Kearney per Sodexo Benefit&Rewards Services intervistando circa 50 aziende italiane di diversi dimensioni. I risultati sono stati presentati in occasione del World business forum di Milano. Il welfare aziendale si presenta come una grande opportunità per la sanità pubblica, che è in difficoltà nel gestire i maggiori bisogni di una popolazione sempre più vecchia. Lo scenario su cui fa leva la ricerca è inequivocabile: nel 2030 gli over 65 in Italia saranno il 26% della popolazione totale, ossia 16,5 milioni di persone. Per questo il primo incentivo all’uso di benefit viene proprio dallo Stato, che detassa i servizi di welfare per i privati.
Il vero motore alla diffusione dei benefit è tuttavia di natura aziendale. Il welfare è diventato un fattore strategico per creare valore. Le imprese puntano a fidelizzare i clienti e i dipendenti perché i benefit rendono le persone più desiderose di lavorare, con importanti conseguenze su produttività e reputazione aziendale. Inoltre i datori di lavoro puntano ad attrarre più facilmente i migliori talenti, e a rafforzare le relazioni con i collaboratori. Tra le altre motivazioni, la diminuzione del turnover e dell’assenteismo. Un terzo delle aziende confida anche nell’aumento della capacità di spesa per il Paese.
La crescente importanza dei piani di welfare nelle politiche retributive delle imprese italiane coincide con l’aumentata aspettativa dei lavoratori verso una remunerazione che non sia soltanto monetaria. Secondo le aziende intervistate, tra le necessità più urgenti ci sono prima di tutto le misure per l’assistenza familiare, come i servizi scolastici e il baby-sitting, seguite dalle prestazioni assicurative e dai servizi legati al benessere personale. Stanno conoscendo un rapido sviluppo anche le gift card, i buoni pasto e il rimborso per le spese legate ai trasporti, pensato per i pendolari. I bisogni sono legati strettamente alle condizioni di vita di ciascun lavoratore e pertanto differiscono in base a ciascun contesto geografico e produttivo. Occorre quindi evitare i “piani fotocopia”, perché il welfare deve essere costruito a misura dei propri dipendenti. Un risultato che può essere ottenuto a condizione di migliorare la conoscenza del personale e delle sue esigenze.