La prolungata stagnazione della spesa degli italiani
La stima del Pil per il mese di giugno è un po’ migliore delle attese, ma non è sufficiente a giustificare ottimismo, e ancora meno la speranza di una solida positività. In parallelo scendono anche i consumi, che risentono della prolungata stagnazione della spesa delle famiglie. Su tutto, incidono pure le condizioni meteo poco primaverili del mese di maggio, che hanno disincentivato i primi weekend al mare e i relativi consumi.
In linea con quanto anticipato dal mese di marzo, i principali indicatori congiunturali hanno evidenziato un secondo trimestre debole già ad aprile, con la produzione industriale che ha segnato un - 0,7% congiunturale e - 1,3% sullo stesso mese dell’anno precedente. Per contro, l'occupazione si è mostrata stabile rispetto a marzo e in leggera crescita (+0,2%) sul 2018.
Le rilevazioni di Confcommercio evidenziano però una leggera crescita a maggio della fiducia delle famiglie (+1,1%) e delle imprese (+1,4) su base congiunturale, mentre il confronto sull’anno si conferma negativo (-1,8% per le famiglie, -3,9% per le imprese). Con tali premesse, la stima del Pil mensile per il mese di giugno indica una diminuzione dello 0,1% su base congiunturale, e si mostra stabile rispetto allo stesso mese del 2018; la media del secondo trimestre è stimata con una variazione congiunturale del Pil del +0,1% e una crescita nulla nel confronto con lo scorso anno.
Consumi fermi rispetto al 2018, tranne che nell’Ict
L'indicatore dei consumi di Confcommercio (Icc) conferma la progressiva tendenza al ripiegamento che si evidenzia da inizio 2019. A maggio l’indicatore ha segnato - 0,3% in termini congiunturali (invariato rispetto a maggio 2018), un dato che è sintesi di un deterioramento sia della domanda relativa ai servizi (-0,4%) sia di quella per i beni (-0,2%).
In una situazione di generale stagnazione delle diverse macro-funzioni di spesa, si è registrata una variazione apprezzabile solo per i beni e i servizi per le comunicazioni (+0,4%); sono invece diminuiti in modo significativo rispetto ad aprile i beni e servizi per la mobilità (-1,1%) e per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (-0,9%), dato su cui ha inciso anche il fattore meteo sfavorevole.
Nella dinamica tendenziale, l’indicatore dei consumi di Confcommercio a maggio 2019 si è mostrato invariato rispetto allo stesso mese del 2018, rallentando quindi in modo deciso rispetto ai mesi precedenti: il dato deriva da una crescita dello 0,6% della domanda relativa ai servizi e da un calo dello 0,2% della spesa per i beni. L'unico aumento degno di nota rispetto a maggio 2018 è quello relativo alla spesa delle famiglie per i beni e i servizi per le comunicazioni (+6,0%), al cui interno hanno particolare perso i beni per l'Ict; più contenute le variazioni in positivo registrate dai beni e servizi per la cura della persona (+0,6%) e dai beni e servizi ricreativi e beni e servizi per la casa (+0,3%); quasi impercettibile l’aumento della domanda per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,1%). Con segno negativo rispetto al maggio 2018 sono invece i settori di consumo più tradizionali come i beni e servizi per la mobilità (-1,1%), per alimentari bevande e tabacchi (-0,9%) e per abbigliamento e calzature (-0,6%).