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Kiev col fiato sospeso per un incendio a Cernobyl

Il fumo è arrivato fin nella capitale ucraina. Le fiamme, assicurano le autorità, non hanno lambito il sito nucleare

Un vasto incendio divampato il 3 aprile nella foresta contaminata attorno alla centrale nucleare di Cernobyl, che nel 1986 fu teatro del peggior disastro nucleare della storia, ha tenuto le autorità ucraine con il fiato sospeso per una decina di giorni. Il fumo ha investito Kiev, dove il Comune ha invitato gli abitanti a restare a casa con le finestre chiuse. Più di 400 vigili del fuoco sono stati impegnati per spegnere i tre diversi focolai che si sono riaccesi dopo una pausa di 24 ore in seguito a una notte di pioggia. Nonostante l’area interessata fosse di dimensioni contenute, i forti venti hanno impedito per diverso tempo agli aerei e agli elicotteri dei pompieri di levarsi in volo. Il 14 aprile, finalmente, è stato annunciato che l’incendio era stato circoscritto.
In un video, il sindaco della capitale ucraina, Vitaly Klitschko, ha assicurato la presenza di “solo fumo, non radiazioni”. La radiazione di fondo a Kiev e nella relativa regione sarebbe rimasta “nei limiti della norma”, ha aggiunto il direttore dell’agenzia per le emergenze, Volodymyr Demchuk.
Le scarne informazioni diffuse dalle autorità sono state contestate da alcune organizzazioni non governative e ambientaliste come Greenpeace secondo cui, per esempio, l’area interessata dall’incendio, nella Zona di esclusione, sarebbe stata quattro volte superiore agli 11.500 ettari denunciati, sulla base di immagini satellitari. Secondo l’organizzazione, le fiamme erano ad appena un chilometro e mezzo dalla centrale e dal famigerato reattore numero 4 che nella notte tra il 25 e il 26 aprile del 1986 saltò in aria provocando la catastrofe nucleare. Il reattore è adesso protetto da un nuovo scudo protettivo che limita le fughe radioattive: si chiama New Safe Confinement ed è una sorta di gigantesca cupola d'acciaio.