Crollo in chiesa: inspiegabile, forse
Si va dal milione di euro ai proverbiali "danni inestimabili". Sono le prime indicazioni delle Autorità dopo il crollo del tetto della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami di Roma. Il sovrintendente speciale di Roma, Francesco Prosperetti, intervistato dalle agenzie, ha parlato di un milione di euro ma ha anche specificato che è presto per una stima complessiva. Già perché, oltre alla messa in sicurezza e la rimozione delle parti ancora pericolanti, occorrerà un "lavoro molto certosino tra i detriti del crollo – ha continuato Prosperetti – per trovare i pezzi di questa meravigliosa opera, quel meraviglioso controsoffitto d’inestimabile valore". Ma si poteva prevedere? Anche questo è difficile da dire, nonostante sia già partita la querelle tra chi dice di sì e chi dice che non c’era alcuna avvisaglia, come ha affermato il parroco della chiesa. Probabilmente, sostengono le prime ricostruzioni, "c’è stato un improvviso cedimento di un tirante, che ha fatto crollare le capriate, nascoste dal soffitto decorato e da un tavolato che copriva il tirante della capriata, se c’erano i segni di cedimento – ha concluso il sovrintendente – erano nascosti". La doppia intercapedine non avrebbe permesso quindi la caduta di polvere e piccoli detriti, cosa che avrebbe attivato l’allarme. Due anni fa erano stati eseguiti alcuni lavori di restauro, secondo quanto ha dichiarato il cardinale Francesco Coccopalmerio titolare della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami. I controlli al tetto erano stati eseguiti e i lavori "siano stati fatti molto bene, per quello che posso sapere da non tecnico", ha precisato l’alto prelato.
VALORIZZARE NON BASTA
Secondo lo storico Tomaso Montanari, sentito dall’Ansa, questo crollo "per il patrimonio artistico italiano è un segnale d’allarme importante, un sintomo grave che ora va preso in seria considerazione". La chiesa dei falegnami, tardo cinquecentesca, è situata nella zona del Foro romano, proprio sopra il Carcere Mamertino, danneggiato anch’esso in minima parte: si tratta di un luogo simbolo della stratificazione di Roma, che mostra chiaramente il modo in cui la città eterna sia stata costruita durante le epoche. "Per quanto mi riguarda – ha continuato lo storico – posso dire che le motivazioni sono molto note e vanno cercate nella mancanza di turn over e di assunzioni nelle soprintendenze: non c'è più nessun funzionario che fa manutenzione, sono rimasti in pochissimi e si fa solo valorizzazione". Nonostante la chiesa sia "nata dal basso, per volere popolare e, in quanto tale, in qualche modo povera", al suo interno sono conservate opere importanti: per esempio c’è una tela del Maratti, importante pittore italiano della fine del ‘600. Ma il capolavoro vero è il contesto di stratificazioni in cui è immersa la chiesa. "Bisognerà vedere quali saranno alla fine i danni precisi – sottolinea Montanari –, di certo con questo crollo perdiamo un altro pezzo unico del nostro passato. Il ministro Bonisoli – conclude – sia consapevole della responsabilità che gli pende in capo". Mentre il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, ha effettuato ieri, 3 settembre, il primo sopralluogo, la Procura di Roma sta indagando per disastro colposo e ha nominato i consulenti tecnici.