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Ogni secondo l’Italia perde due metri quadri di suolo

È l’allarme lanciato dall’ultimo Rapporto Ambiente del Snpa, che evidenzia tuttavia un buono stato per gran parte dei fiumi italiani. Buone notizie sulla raccolta differenziata, male invece la qualità dell’aria

Il consumo di suolo in Italia continua a crescere pur segnando un rallentamento negli ultimi anni. Tra il 2016 e il 2017 le nuove coperture artificiali hanno riguardato circa 5.200 ettari di territorio, una media di poco più di 14 ettari al giorno, vale a dire due metri quadrati di suolo persi irreversibilmente ogni secondo. È una delle tante evidenze emerse dalla seconda edizione del Rapporto Ambiente del Snpa (Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente). Dopo aver toccato anche gli otto metri quadri al secondo negli anni 2000 e il rallentamento iniziato nel periodo 2008-2013 (tra i sei e i sette metri quadri al secondo), il consumo di suolo si è consolidato negli ultimi tre anni con una velocità ridotta. Il sensibile rallentamento è probabilmente dovuto all’attuale congiuntura economica più che a una reale sensibilità ambientale.

In buono stato il 75% dei fiumi italiani

Secondo lo studio, a livello nazionale, il 75% dei fiumi è in uno stato buono, il 7% non buono e il 18% non è tanto classificato. Per i laghi, l’obiettivo di qualità è raggiunto nel 48% dei corpi idrici, non buono il 10% mentre ben il 42% non è stato classificato. Più del 50% dei corpi idrici marino costieri (54,5%) è in buono stato ecologico e i distretti delle Alpi orientali, dell’Appennino centrale e della Sardegna presentano un numero di corpi idrici in ’stato buono’ maggiore o uguale all’80%. Tuttavia, paragonando i singoli distretti si osserva una certa disomogeneità che si esprime sia a livello di numero di corpi idrici identificati per distretto sia per classificazione ecologica.

Raccolta differenziata al 55,5%

La salvaguardia dell’ambiente ha un riflesso importante nella capacità di smaltire i rifiuti nel modo più possibilmente meno impattante. Nel rapporto si dice che nel 2017 la percentuale di raccolta differenziata è stata pari al 55,5%. In valore assoluto, la raccolta differenziata si attesta a circa 16,4 milioni di tonnellate, aumentando di poco più di 600mila tonnellate rispetto al 2016. Un contributo rilevante all’aumento della percentuale, rileva il rapporto, è ascrivibile alla riduzione della produzione del rifiuto urbano indifferenziato, -1,1 milioni di tonnellate tra il 2016 e il 2017. Il dato di raccolta differenziata ricomprende, dove disponibili, i quantitativi di rifiuti organici destinati a compostaggio domestico pari, nel 2017, a poco meno di 270mila tonnellate.

Ma sullo smog siamo lontani dai livelli Oms

Per quanto riguarda la qualità dell’aria, l’andamento delle concentrazioni di particolato Pm10 nel medio periodo (2008-2017) è generalmente decrescente. Tuttavia nel 2017 i limiti previsti dalla normativa non sono stati rispettati in gran parte del territorio nazionale e l’obiettivo di raggiungere i livelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) appare lontano. Secondo il rapporto, i superamenti del valore limite giornaliero sono stati numerosi e diffusi solo nelle regioni del bacino padano (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) e in Campania. I superamenti interessano anche, con frequenza e diffusione minori, Friuli (Pianura, Pordenone e Provincia), la Toscana (provincia di Lucca e Pistoia), il Lazio (Valle del Sacco) e l’Umbria (Conca Ternana); in questi casi i superamenti sono per lo più limitati a specifiche aree dove esistono localmente fonti emissive significative e/o condizioni meteorologiche che favoriscono l’accumulo degli inquinanti.