Una frattura tra Sistema e Paese
Secondo Eurispes in Italia è evidente un distacco tra classe dirigente e cittadini. Regna così la confusione, che mette a rischio la tenuta dei rapporti sociali e interpersonali
In bilico tra conservazione e cambiamento, tra desiderio di stabilità e spinte populiste. L’Italia che emerge dal rapporto Eurispes è divisa e confusa. Secondo Gian Maria Fara, presidente Eurispes, nel Paese si confrontano due tendenze fondamentali: l’etica della responsabilità, fatta di riflessione, capacità, e l’etica della convinzione affidata a decisioni prese “di pancia”. In questo modo si è creata una frattura tra Sistema e Paese, che mette a rischio la tenuta dei rapporti sociali e interpersonali. Un male insidioso che si diffonde a tal punto che secondo Fara “continuare a parlare di “Sistema Paese” è ormai improprio, perché Sistema e Paese sono come separati in casa, con un senso di diffidenza reciproco. Eurispes propone di parlare di Sistema e di Paese in maniera distinta. Da un parte l’insieme delle reti e dei servizi pubblici e privati, la classe dirigente. Dall’altra i cittadini e le associazioni. La crisi nel rapporto tra cittadini e Sistema viene accentuato dal venire meno del ruolo di collegamento che dovrebbe essere svolto da sindacati, rappresentanze di categoria, organizzazioni politiche; sembra anzi, sottolinea Fara, che tendano ad accentuare il distacco per farsi a loro volta “Sistema”. Da un parte il Paese accusa il Sistema di non garantire crescita, stabilità, sicurezza economica, prospettive per il futuro. Al contrario, il Sistema accusa il Paese di non riuscire a dare risposte ai cambiamenti epocali e a mettere in moto il cambiamento necessario, che sia fondato sulla promozione delle proprie risorse, intellettuali, storiche, ambientali e culturali.
Risparmia il 18,7% degli italiani
La ripresa economica non sana le difficoltà degli italiani. Per Eurispes ancora quattro italiani su dieci devono usare i propri risparmi per arrivare a fine mese; inoltre meno di un italiano su tre (il 30,5%) riesce a far quadrare i conti senza grandi difficoltà. Il 29,4% manifesta difficoltà a pagare le utenze e il 23,2% le spese mediche; il 25,4% degli italiani è in difficoltà per sostenere un mutuo e ben il 38% per un affitto. A fine mese si arriva grazie all’aiuto della famiglia di origine (per il 31,6% degli intervistati). Negli ultimi tre anni, il 19,5% degli cittadini ha chiesto un prestito bancario, soprattutto per il mutuo della casa, la ristrutturazione della prima casa, l’acquisto di beni durevoli come macchine e mobili, il pagamento di debiti contratti negli anni precedenti, le spese per cerimonie e per cure mediche. Nonostante le difficoltà, per gli acquisti di beni e servizi (ad eccezione del mutuo per l’acquisto della casa), si ricorre meno ai pagamenti rateali: nell’ultimo anno il 25,8% degli intervistati ha fatto ricorso ad acquisti dilazionati nel tempo, contro il 35,1% dell’anno precedente. In questo quadro economico, meno di un italiano su cinque (il 18,7%) riesce a risparmiare. Chi può, in una prospettiva di risparmio per i prossimi 12 mesi, continua a preferire la sicurezza del conto corrente (il 35,4% degli italiani), mentre il 24,3% investirebbe in case e terreni.
Lenta risalita della fiducia
Le spaccature presenti nel Paese non sembrano irrimediabili. Dalle rilevazioni Eurispes, emerge un incremento della fiducia nelle Istituzioni che viene accordata dal 13% degli italiani, contro il 7,7% del 2017. Se è vero che ancora poco più di un cittadino su dieci dichiara di avere fiducia nelle Istituzioni, bisogna anche evidenziare che due anni fa erano solo il 2,4%. Il Parlamento ottiene la fiducia del 22,3% degli italiani, non molto distante dal Governo (21,5%). La fiducia nel governo sale per la lotta al terrorismo internazionale (il 50% dei cittadini), nel contrasto alla microcriminalità (il 37,2%) e soprattutto alla criminalità organizzata (44,1%). Inoltre il Governo ottiene più fiducia per il lavoro svolto per tenere alta l’immagine dell’Italia all’estero (41,7%) e sostenere il Made in Italy nel mondo (45,2%). Per il resto, dall’immigrazione alla disoccupazione, dal rilancio dei consumi al risanamento dei conti, dalla riduzione della pressione fiscale al sostegno della natalità, gli italiani che hanno fiducia nell’esecutivo non superano mai il 24%. Cresce anche la fiducia nella Magistratura, ma il tasso dei consensi non supera il 40%, mentre per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si arriva al 44,5%, +0,4 punti sul 2017. I leader della fiducia sono invece i Vigili del Fuoco (l’86,6% degli italiani). Ottime posizioni per l’Arma dei Carabinieri (raccoglie il 69,4%), la Polizia di Stato (il 66,7%), la Guardia di Finanza (il 68,5%). Salgono le Forze Armate: l’Esercito Italiano passa dal 59,6% delle indicazioni di fiducia nel 2017 al 70,4% nel 2018, l’Aeronautica dal 61,4% del 2017 al 72,9% del 2018, e la Marina Militare dal 62,1% al 72,1%. L’Intelligence raccoglie nel 2018 il 65,4% dei consensi. Buon risultato per le associazioni di imprenditori: la fiducia passa dal 29,4% del 2017 al 41,1% del 2018), la Pubblica amministrazione (dal 23% al 32,3%), i sindacati (dal 28,6% al 40,2%), il Sistema sanitario (dal 52,9% al 61,2%), i partiti (dall’11,9% al 21,6%).