Tutela dell’ambiente, il ruolo cruciale delle imprese
Più delle associazioni ambientaliste, più della politica. Il futuro del pianeta dipende strettamente dall’innovazione e dai brevetti tecnologici. Per questo diventa strategico l’investimento in progetti imprenditoriali fondati su tecnologie. In questo ambito, le Sgr possono giocare un ruolo determinante
Plastica, emissioni e scarichi inquinanti. Non c’è lotta ai cambiamenti climatici che non dipenda direttamente dall’innovazione dei prodotti e servizi offerti dalle aziende di tutto il mondo. Eppure gli imprenditori vengono spesso presentati come i principali nemici della Terra. I disastri ambientali fanno molto più rumore degli sforzi delle imprese nel salvaguardare il pianeta. “La prima direttiva europea contro l’inquinamento si chiama Seveso”, ha ricordato Nino Tronchetti Provera, ceo di Ambienta Sgr, in occasione del convegno Meglio una gallina oggi o un uovo tutti i giorni? Le scelte di oggi determineranno il nostro domani, che si è svolto al Salone del risparmio di Milano. Il disastro che colpì nel 1976 il territorio lombardo spinse gli stati della Cee ad affrontare in modo organico il tema della prevenzione dei grandi rischi industriali, a partire dal censimento degli impianti a rischio. È stato il primo passo della politica ambientale comunitaria, un cammino costantemente proiettato al futuro, senza ripensamenti. “Non ricordo un solo ripensamento su una legge ambientale” ha sottolineato Tronchetti Provera, citando anche il ruolo della politica inglese per la scomparsa del famoso “fumo di Londra”. “Fino all’inizio degli anni 50 – ha detto il manager – gli autobus spesso non partivano a causa della ridotta visibilità dovuta all’inquinamento dell’aria. Nel 1955 il governo inglese risolse il problema con la prima legge nazionale ambientale”. Per arrivare a successi più recenti della politica in Europa, è stato ricordato il caso automobilistico, con il radicale abbattimento delle emissioni delle auto. Infatti, ha ricordato Tronchetti Provera, le auto Euro 6 inquinano il 99% in meno rispetto alle macchine che circolavano prima dell’introduzione degli standard europei.
Le imprese sono più veloci della politica
“Il business va avanti più velocemente della politica”, ha sottolineato Tronchetti Provera. L’esempio più calzante è offerto da Oskar Nolte, l’azienda tedesca che produce vernici. A causa di un disastroso incendio avvenuto in azienda, si colse la sfida dell’innovazione. “I solventi nelle vernici passarono dal 90% all’1%, un livello che sembra il minimo possibile perché si possa produrre una vernice” ha detto il ceo di Ambienta Sgr, sottolineando come per gli imprenditori rispettare l’ambiente rientri anche in una logica di business: risparmiare materie prime significa ridurre i costi di produzione. È esattamente quello che è successo con il petrolio in Italia. L’alto costo del barile è stato un incentivo per impianti di produzione di energia più efficienti rispetto a quelli statunitensi, che possono permettersi di sprecare risorse. Inoltre le bottiglie hanno il 60% di plastica in meno rispetto a quelle di qualche decennio fa. “Per questo bisogna investire su imprese che fanno innovazione”, ha sottolineato Tronchetti Provera. Il primo obiettivo è cercare di rendere più brevi i tempi della ricerca e dell’introduzione di prodotti che possano incidere positivamente sulla lotta inquinamento. Un dato emerge su tutti: il 90% della plastica non viene riciclata. Nonostante da decenni si parli di bioplastiche, i rifiuti di plastica sono in costante aumento, fino a creare vere isole nell’oceano. “La bioplastica – ha continuato Tronchetti Provera - rappresenta solo l’1% della produzione totale. Ancora oggi, facciamo fatica a trovare aziende sufficientemente grandi da rendere interessante un nostro investimento”.
Il ruolo delle tecnologia
Gli stati che inquinano di più hanno anche una maggiore voglia di migliorare la qualità della vita dei propri abitanti. Luciano Diana, head of enviromental strategies Ginevra, intervenendo al convegno, ha ricordato che i brevetti ambientali stanno aumentando con una media del 6% annuo. La Cina è il leader: ha più brevetti di Stati Uniti e Europa messi insieme. Tra le tecnologie che più impatteranno sull’ambiente ci sono i semiconduttori. “Quando si parla di motori ibridi – ha sottolineato Diana – è bene ricordare il ruolo di società più piccole rispetto alla case automobilistiche, a cui forniscono l’elettronica che sta dietro alle macchine del futuro. Il ruolo dei semiconduttori è importante perché consentono di elettrificare il veicolo: in un’auto elettrica troviamo un valore di mille dollari in semiconduttori, contro i 300 dollari di un’auto tradizionale”. Un semplice esempio, per capire il modo in cui diventano strategici gli investimenti delle Sgr.