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Si struttura il mercato del welfare

Il secondo pilastro è in piena fase di consolidamento: crescono le prestazioni sociali offerte a un pubblico sempre più ampio di beneficiari da operatori privati o del terzo settore. Per Percorsi di secondo welfare, è tempo ora di alleanze per vincere le sfide socio-demografiche del prossimo futuro

Per dirla con Karl Polanyi, il mercato del welfare si trova oggi alle soglie di una Grande Trasformazione 2.0. La prima, secondo il politologo ungherese, era avvenuta a cavallo fra ‘800 e ‘900, quando il fermento delle prime società di assistenza aveva evidenziato la necessità di fornire prestazioni sociali alle fasce più bisognose della popolazione, gettando di fatto le basi per quello che poi sarebbe diventato il moderno welfare state.
Oggi la situazione non è poi tanto diversa. Secondo i risultati del Quarto rapporto sul secondo welfare, pubblicazione periodica curata da Percorsi di secondo welfare, i paesi più avanzati stanno infatti attraversando una fase di profondo cambiamento: austerità, instabilità politica e invecchiamento della popolazione generano tensioni che si scaricano direttamente sulla stabilità dei diversi sistemi nazionali di welfare, mettendo in evidenza inefficienze e aree di scopertura che rendono sempre più difficile rispondere ai bisogni di protezione della popolazione.

LA CRESCITA DEL SECONDO PILASTRO
Il secondo welfare, ossia l’insieme di soggetti non pubblici che forniscono prestazioni sociali, si è inserito proprio in questa frattura: ha sopperito alle sempre più diffuse mancanze del welfare state, garantendo assistenza, protezione e cure a una popolazione che invecchia sempre più velocemente e che, pertanto, presenta costantemente nuovi bisogni.
In Italia, secondo i risultati del rapporto, quella del secondo welfare è ormai una realtà consolidata che si articola attraverso diverse forme e logiche di intervento. C’è per esempio il welfare occupazionale, che conta oggi 322 fondi sanitari integrativi e 33 fondi previdenziali, capaci di totalizzare rispettivamente 10,6 e circa 3 milioni di iscritti. Ben 13 contratti collettivi nazionali, siglati dal 2016 a oggi, prevedono al proprio interno misure di welfare aziendale, mentre il 39% degli accordi di secondo livello nel 2018, secondo i dati forniti dall’Ocsel, comprendeva disposizioni in materia di prestazioni sociali per i dipendenti. In totale, il rapporto stima che il valore aggregato del cosiddetto budget welfare caricato sui portali di singoli operatori si sia aggirato nel 2018 attorno ai 750 milioni di euro.

SOLIDO E ROBUSTO COME UN ALBERO
Secondo i curatori del rapporto, il mercato del welfare complementare in Italia può essere paragonato a un albero. Il tronco, sempre più robusto, è fatto di apertura a operatori non pubblici, innovazione sociale e ricerca di empowerment. I rami definiscono le varie declinazioni che può assumere il settore del welfare (contrattuale, comunitario, filantropico, confessionale, …), mentre ogni foglia rappresenta i sempre più numerosi operatori attivi nel settore. Le radici, infine, affondano in un terreno fatto di reti multi-attore che forniscono linfa e nutrimento all’intera pianta.
L’immagine dà subito un’idea di solidità e robustezza. Idea che diventa ancora più forte se si considera che una decina di anni fa, nelle prime edizioni del rapporto, l’immagine utilizzata era quella dei cento fiori: gli autori del rapporto ne parlavano così per dare l’idea dello sviluppo, quasi spontaneo e apparentemente casuale, che stava vivendo all’epoca il settore del welfare completare. Da fiore ad albero, in appena dieci anni, è un bel balzo.

TEMPO DI ALLEANZE
Eppure, nonostante i numeri, tutto ciò rischia di rivelarsi insufficiente. Come visto, le trasformazioni in corso mettono sotto pressione la tenuta dei diversi sistemi di welfare. Anche il secondo pilastro, di fronte alle sfide socio-demografiche del prossimo futuro, potrebbe facilmente entrare in crisi. Ed è qui che si inserisce, secondo il rapporto, la necessità di una Grande Trasformazione 2.0, caratterizzata principalmente da collaborazioni e alleanze fra soggetti diversi per unire gli sforzi e rispondere in maniera più efficace alle esigenze della popolazione. Sussidiarietà, dialogo, confronto e complementarietà diventano così le nuove parole d’ordine del settore, chiamato a un cambio di passo per garantire la tenuta del sistema di prestazioni sociali alla popolazione.